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False assicurazioni online, maxi truffa in Italia: oscurati 220 siti

Indaga la Procura di Milano che ha eseguito perquisizioni e sequestri. Coinvolte 74 persone: usavano i loghi delle compagnie più note per la sottoscrizione delle polizze ma i clienti risultavano alla fine senza alcuna protezione

Pubblicato il 03 Lug 2019

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Oscurati oltre 220 siti per la sottoscrizione di false polizze assicurative online. È il risultato dell’operazione condotta dal Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza che sta eseguendo provvedimenti di perquisizione locale, informatica e conseguente sequestro nei confronti di persone fisiche “responsabili di truffe online, con le quali sono stati raggirati centinaia di cittadini ai quali sono state vendute delle false polizze assicurative”. Lo si legge in una nota della Procura di Milano che sta effettuando le indagini, in cui viene indicato che gli utenti, convinti di sottoscrivere assicurazioni vantaggiose per le proprie autovetture, le proprie case o i propri natanti, si sono in realtà ritrovati senza alcuna copertura assicurativa.

L’indagine, diretta dal procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco e coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal sostituto procuratore Christian Barilli, ha consentito di individuare e di oscurare complessivamente 222 siti Web che proponevano assicurazioni online, contravvenendo alle prescrizioni imposte dal Codice delle assicurazioni private.

“Il modus operandi – viene spiegato dalla Procura – comune a gran parte dei portali individuati ed utilizzato per trarre in inganno gli utenti che si imbattevano nei siti Internet, prevedeva l’utilizzo indebito dei loghi delle più note compagnie di assicurazione operanti in Italia e l’indicazione di un numero Rui (Registro Unico degli Intermediari assicurativi) contraffatto, funzionale al raggiro”.

L’attività investigativa, realizzata con la collaborazione attiva dell’Ivass, l’Istituto che vigila sulle assicurazioni, oltre all’oscuramento dei portali web, ha permesso di identificare 74 persone fisiche e di eseguire perquisizioni nei confronti dei soggetti ritenuti responsabili del reato di “esercizio abusivo dell’attività di intermediazione assicurativa e truffa aggravata”.

“Dopo i reati ambientali e i cambiamenti climatici il cybercrime è visto come la terza calamità del mondo – ha detto il conferenza stampa il il capo della procura di Milano, Francesco Greco -Alcuni fenomeni criminali tendono a svanire, per altri fenomeni come gli omicidi si arriva a una risoluzione quasi al 100 per cento dei casi, grazie alla copertura di telecamere in citta’, invece sul cybercrime non siamo abbastanza preparati”.

“In Italia gli investimenti pubblici e privati sono bassissimi a differenza di altri Paesi, dove si spendono grossi pezzi di Pil: uno Stato moderno deve creare delle barriere serie a questi fenomeni”, ha sottolineato. Secondo il procuratore, mentre “nell’economia reale ci sono delle regole da rispettare e c’è un ente di controllo che valuta la conformità di bilanci e i rischi delle assicurazioni con gli accantonamenti” invece nel web questo non avviene, anzi, i clienti delle false assicurazioni, andando su siti come ‘coperturaveicoli.it” si trovavano un contratto assicurativo tale a quale a quello vero, oppure un simbolo come “Axo”, che riprendeva quello di “Axa” ad esempio, e di conseguenza venivano tratti in inganno.

“Non possiamo permettere che esista un mondo privo di regole in cui chiunque puo’ fare quello che vuole” ha affondato il magistrato. Che poi ha ricordato che il fenomeno del cybercrime “ha un’estensione mondiale, ma ci vogliono delle norme apposite”.

Per evitare, anche in campo assicurativo frodi e truffe, servirebbero normative simili a quelle delle banche, che “presidiano l’adeguata verifica del cliente” o ad esempio un “timbro doc dell’Ivass”, l’istituto di vigilanza per le assicurazioni, “prima che queste possano operare e andare online”. Proprio l’istituto ha suggerito un vademecum per difendersi: da un lato verificare che il sito a cui ci sta rivolgendo non sia fra quelli selezionati come fraudolenti sulla pagina web dell’Ivass, dall’altro dubitare di chi chiede pagamenti tramite carte prepagate, perché è una procedura contro la legge.

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