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Recovery Plan, meno risorse per Transizione 4.0: si scende a 14 miliardi

I fondi andranno a sostenere i crediti di imposta per le imprese e programmi di reskilling e upskilling del personale. Un Comitato fornirà periodicamente la valutazione di impatto delle misure

Pubblicato il 26 Apr 2021

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Scendono le risorse per l’innovazione industriale. Il Piano nazionale ripresa e resilienza imviato alle Camere mette sul piatto 13,97 miliardi per sostenere gli incentivi fiscali alle imprese e per potenziare le competenze e il trasferimento tecnologico. Una cifra al di sotto di quella inzialmente preventivata che ammontava a oltre 18.

La stategia per l’innovazione industriale in ottica 4.0 è la componente 2 della “Missione 1 Digitalizzazione, Innovazione, Competitività, Cultura” per la quale  si stanziano 24,30 miliardi su un totale di 49,2 miliardi: di questi 40,7 miliardi dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza e 8,5 miliardi dal Fondo complementare.

I crediti di imposta

Tre le tipologie di crediti di imposta di cui le imprese potranno beneficiare in linea con con il Piano Transizione 4.0: ricerca, sviluppo e innovazione e attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

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Si prevede che, nell’arco del triennio 2020-2022, il credito di imposta per beni materiali e immateriali 4.0 sia utilizzato mediamente da poco meno di 15 mila imprese ogni anno e che quello per ricerca, sviluppo e innovazione sia utilizzato mediamente da circa 10 mila imprese ogni anno. Per quanto riguarda la formazione alla digitalizzazione, oltre agli interventi di credito di imposta descritti saranno predisposte ulteriori misure.

Le  competenze digitali

Nell’ambito del Piano Transizione 4.0 si punta ad incentivare la crescita di competenze gestionali per il digitale: verrà elaborato e sperimentato un modello di riqualificazione manageriale, focalizzato sulle Pmi con programmi di formazione ad hoc, il coinvolgimento delle associazioni di categoria e l’utilizzo di modelli di diffusione incentrati su piattaforme digitali.

Nell’ottica dell’upskilling digitale come strumento di formazione continua per i lavoratori in cassa integrazione, verranno sperimentati programmi di training ad hoc, di cui usufruire appunto con flessibilità nei periodi di cassa integrazione, incentivati tramite il taglio (temporaneo) del cuneo fiscale sia per l’impresa che per il lavoratore.

La valutazione di impatto delle misure

Il Pnrr prevede apposite milestones per il monitoraggio e la valutazione d’impatto delle misure, e, in particolare, l’istituzione di un Comitato incaricato di suggerire le modifiche finalizzate a massimizzare l’efficacia e l’efficienza nell’uso delle risorse.

Investimenti ad alto contenuto tecnologico

Per l’Italia, caratterizzata da un robusto settore manifatturiero e un’economia orientata all’export, la sfida dell’innovazione e della modernizzazione è cruciale. Questa linea di intervento prevede dunque contributi per sostenere gli investimenti in macchinari, impianti e attrezzature per produzioni di avanguardia tecnologica ed è complementare alle misure Transizione 4.0. L’importo dei contributi è pari al 40% dell’ammontare complessivo delle spese ammesse.

Cos’è il Piano Transizione 4.0

Il Piano Transizione 4.0 costituisce un’evoluzione del precedente programma Industria 4.0 ma introduce tre importanti novità:

  • l’ampliamento, a partire dal 2020, dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’iper-ammortamento con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento, ma comunque compensabili con altri debiti fiscali e contributivi;
  • il riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale, osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021. Si dà così alle alle imprese un quadro più stabile per la programmazione dei propri investimenti.
  • L’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati. Si tratta di innovazioni sono finalizzate a compensare almeno in parte l’incertezza del quadro macroeconomico post-pandemico, sostenendo le imprese che investono per innovare/digitalizzare i propri processi produttivi. L’aumento di produttività e la maggiore efficienza conseguiti da queste imprese contribuiranno ad aumentare la competitività e la sostenibilità delle filiere produttive in cui queste sono integrate, con positive ricadute sull’occupazione.
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