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Acta, dietrofront di Polonia e Slovenia

Dopo la retromarcia della Bulgaria arrivano le defezioni di Varsavia e Lubiana all’accordo internazionale contro la contraffazione su Internet

Pubblicato il 17 Feb 2012

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Dopo il dietrofront tre giorni fa della Bulgaria, oggi è stato il turno di Polonia e Slovenia di sospendere l’adesione all’Acta, l’accordo multilaterale anticontraffazione su internet respinto al mittente da entrambi i paesi.

Il primo ministro polacco Donald Tusk ha fatto appello ai dirigenti del Partito Popolare europeo (Ppe), il gruppo politico di maggioranza nel Parlamento di Strasburgo, a respingere l’accordo multilaterale sulla contraffazione (Acta).

"Si tratta di un tentativo di far rispettare i diritti d’autore, ma con una limitazione della libertà troppo elevata e che non corrisponde alla realtà del XXI secolo”" ha detto Tusk, dichiarando ai giornalisti di aver inviato una lettera ai dirigenti dei partiti del Ppe. Il governo polacco aveva firmato il trattato Acta il 26 gennaio a Tokyo, insieme ad altri 21 paesi dell’Unione europea, ma nel paese di era verificata un’ondata di proteste senza precedenti.

Decine di migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare contro l’accordo che a loro avviso attenterebbe alla libertà di espressione e ai diritti degli utenti di Internet. In seguito alle proteste, Tusk ha annunciato la sospensione della ratifica dell’accordo da parte del Parlamento polacco. "la nostra posizione sull’Acta è stata sconsiderata. Avevo torto", ha detto il primo ministro. Il trattato, frutto di un negoziato fra Ue, Usa, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Corea del Sud, Marocco, Messico e Svizzera, riguarda la contraffazione in tutti i settori, dai farmaci alla merceologia, fino ai download illegali in rete.

Dopo le tante polemiche e proteste in tutt’Europa, anche la Slovenia si aggiunge ai Paesi che hanno deciso di congelare la procedura di ratifica dell’accordo sulla protezione dei diritti d’autore su internet, meglio conosciuto con l’acronimo Acta (Accordo commerciale anti-contraffazione). Lo ha annunciato oggi il ministro per lo sviluppo economico e la tecnologia sloveno, Radovan Zerjav. "L’accordo evidentemente non ci aiuta a risolvere il problema dei diritti d’autore su internet, ma è un enorme malinteso", ha detto il ministro citato dall’agenzia di stampa slovena Sta. "Acta non riesce a bilanciare in modo adeguato la tutela dei diritti d’autore da una parte, e la difesa dei diritti umani dall’altra", ha aggiunto Zerjav. L’ambasciatore che a nome del governo di Lubiana aveva firmato l’accordo lo scorso 26 gennaio a Tokio, si è scusata con i cittadini della Slovenia, sostenendo di non essere stata consapevole delle conseguenze che sul diritto alla privacy e altri diritti umani avrebbe potuto avere l’Acta. Sabato scorso a Lubiana circa 2000 persone avevano manifestato contro l’accordo, chiedendo la sua revoca.

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