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Contratto Tlc, partono le trattative tra Asstel e sindacati: al centro il lavoro 4.0

Oggi il primo incontro tra l’associazione e Slc, Fistel e Uilcom. Guidani: “Contratto nazionale collettivo cruciale per definire trattamenti economici e normativi di garanzia, ma serve rilanciare la contrattazione di secondo livello per migliorare la produttività”. Riflettori sulla trasformazione digitale

Pubblicato il 10 Lug 2018

F. Me

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Partono le trattative per il rinnovo del contratto nazionale delle Tlc che riguarda complessivamente circa 150.000 addetti: oggi il primo incontro tra le delegazioni di Asstel e i sindacati di categoria (Slc, Fistel e Uilcom).

L’avvio del negoziato sul contratto del lavoro si colloca nel contesto di una fase di profonda trasformazione del settore, dettata dalla velocità dell’innovazione tecnologica e dall’evoluzione delle dinamiche di mercato e regolatorie. In questa fase, la filiera delle telecomunicazioni prosegue nel programma di realizzazione delle infrastrutture ultrabroadband sostenendo massicci programmi di investimento, pari ad oltre il 20% del fatturato del settore, mentre al proprio interno si confronta con importanti cambiamenti dei contenuti del lavoro e del suo svolgimento.

“In questo quadro estremamente complesso e in movimento – spiega il presidente di Asstel Pietro Guindani nell’aprire la riunione –  è fondamentale dare attuazione all’Accordo di programma, sottoscritto dalle Parti il 23 novembre scorso, nel quale sono stati definiti i “Principi Direzionali”, ovvero le direttrici da sviluppare per effettuare il necessario cambio di paradigma contrattuale, orientato al raggiungimento di maggiori livelli di produttività, competitività, efficienza e qualità della filiera”.

Per Guidani, in particolare, è necessario semplificare le previsioni normative del contratto nazionale collettivo “affinché la contrattazione nazionale offra sempre maggiori spazi a quella di secondo livello”. Inoltre “occorre definire soluzioni utili a favorire la sostenibilità complessiva delle attività di Customer Care e individuare soluzioni che promuovano l’occupabilità dei lavoratori nell’ambito delle trasformazioni che interesseranno il mondo del lavoro; infine, occorre aggiornare il contratto per le novità legislative intervenute”.

“In sintesi questi principi hanno l’ambizione di favorire la trasformazione digitale del lavoro – puntualizza il numero uno di Asstel – per consentire lo sviluppo, da un lato, di azioni per promuovere nuove professionalità e nuovi mestieri e, dall’altro, imprimere una forte spinta alla riqualificazione/riconversione delle professionalità”.

“Nel riconfermare il ruolo del Contratto Collettivo Nazionale di categoria quale strumento di regolazione generale del lavoro e dei trattamenti economici e normativi di garanzia – sottolinea Guindani – ora è il momento di impegnarci a fondo nello sviluppo e diffusione della contrattazione di secondo livello, quale strumento efficace e virtuoso per il miglioramento della produttività, a vantaggio dei lavoratori e delle imprese. Tale percorso si collocherà nell’ambito del modello di Relazioni Industriali e degli assetti della contrattazione definiti dall’Accordo Interconfederale del 9 marzo 2018, in grado di accompagnare la transizione della filiera verso condizioni di maggiore competitività delle imprese e valorizzazione del fattore lavoro”.

“Siamo consapevoli che la strada della ricerca di regole condivise è quella giusta per far evolvere il nostro  modello di Relazioni Industriali – conclude il presidente di Asstel – L’obiettivo è costruire un contratto in grado di rispondere alle esigenze connesse ai diversi contesti organizzativi delle imprese e consentire, inoltre, il mantenimento nel tempo del valore delle persone sul mercato del lavoro”.

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