LE PREVISIONI

Lavoro, crollo delle assunzioni in Italia. Ma non per gli esperti digital

Secondo il bollettino Anpal-Unioncamere, tra gennaio e marzo i settori collegati all’innovazione aumenteranno del 4% la richiesta di professionisti a fronte di un calo del 23% complessivo dei contratti. Specialisti in informatica tra le figure più cercate. Nelle regioni del Nord Ovest le performance migliori

Pubblicato il 14 Gen 2021

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Il digitale sostiene la domanda di lavoro in Italia. A dirlo le previsioni del Bollettino mensile del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

A gennaio, le imprese intendono stipulare poco meno di 346mila contratti di lavoro, il 25% in meno di quanto preventivato a gennaio 2020. Tendenza al ribasso confermata anche per il trimestre gennaio-marzo (-23% le entrate previste rispetto al primo trimestre 2020) ma non per tutti i settori economici. Primi segnali di crescita si scorgono per i servizi informatici e delle telecomunicazioni (+4,0% nel trimestre) e per le costruzioni (+2,6% nel mese e +13,3% nel trimestre). A recuperare più velocemente saranno le regioni del Nord Ovest, in primis Lombardia e Piemonte. Tecnici, specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali ma anche operai specializzati le figure professionali che saranno maggiormente ricercate.

L’impatto dell’emergenza si farà ancora sentire sulle attività legate all’alloggio e ristorazione (-52,2% la flessione nel mese e -47,2% nel trimestre), sui servizi operativi di supporto alle imprese (-34,3% e -36,6%), nonché su alcuni comparti del manifatturiero fra cui le industrie della carta, cartotecnica e stampa (-46,0% e -56,5%), industrie tessili, abbigliamento e calzature (-27,7% e -31,1%).

Accanto ai servizi legati al digitale, primi segnali di recupero della domanda si registrano per le industrie del legno e del mobile (-19,0% nel mese e in parità nel trimestre), i servizi avanzati di supporto alle imprese (-2,0% e -0,3%), per le industrie meccaniche ed elettroniche (-27,9% e -13,2%). I profili tecnici diventano la prima categoria professionale per richiesta delle imprese (71mila i profili nel mese di gennaio).

Tengono le professioni intellettuali, scientifiche e ad elevata specializzazione (-12,4%) così come le figure operaie specializzate (-14,9%), con una ulteriore conferma della polarizzazione della domanda di lavoro. Fra le figure maggiormente ricercate, si segnalano in particolare gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (9mila i contratti da stipulare a gennaio, il 52,6% in più dello scorso anno), figure che hanno supportato l’accelerazione della trasformazione digitale indotta dalla pandemia.

Per la ripresa le imprese puntano su profili con elevate competenze per i quali, già prima degli eventi del 2020, si registrava un maggiore mismatch fra domanda e offerta che ora si acuisce portando a livelli ancora più elevati la difficoltà di reperimento: sono difficili da reperire il 43% delle professioni intellettuali, scientifiche ed a elevata specializzazione, il 43,5% delle professioni tecniche e il 43,6% degli operai specializzati.

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