REGOLE & INTERNET

Antitrust, multa da 10 milioni a Facebook: uso ingannevole dei dati degli utenti

Chiusa l’istruttoria avviata in aprile. Violazioni del Codice del Consumo: insufficiente informazione dell’attività di raccolta dati a fini commerciali e pratiche aggressive

Pubblicato il 07 Dic 2018

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Ammonta a 10 milioni di euro la multa comminata a Facebook dall’Antitrust. E’ il risultato della chiusura dell’istruttoria avviata nel mese di aprile 2018 per presunte violazioni del codice del consumo.

Sono due le “accuse” mosse al social network. La prima riguarda un’informazione non adeguata, in fase di attivazione dell’account, sulla raccolta e utilizzo dei dati a fini commerciali. La seconda il condizionamento dei consumatori attraverso un meccanismo di preselezione.

Più nello specifico, Facebook ha indotto “ingannevolmente gli utenti consumatori a registrarsi nella piattaforma Facebook, non informandoli adeguatamente e immediatamente, in fase di attivazione dell’account, dell’attività di raccolta, con intento commerciale, dei dati da loro forniti, e, più in generale, delle finalità remunerative che sottendono la fornitura del servizio di social network, enfatizzandone la sola gratuita'”.

Inoltre la piattaforma ha attuato “una pratica aggressiva” in quanto ha esercitato un indebito condizionamento nei confronti dei consumatori registrati, i dati dei quali, senza espresso e preventivo consenso, sono stati trasmessi da Facebook a siti web/app di terzi, e viceversa, per finalità commerciali.

Cinque gli articoli del Codice del Consumo che sarebbero stati violati – 20, 21, 22, 24 e 25 – e che hanno indotto l’Autorità ad aprire due diversi fascicoli concernenti rispettivamente: l’informativa fornita dal professionista in fase di registrazione alla piattaforma Facebook, con riferimento alle modalità di raccolta e utilizzo dei dati dei propri utenti a fini commerciali, incluse le informazioni generate dall’uso da parte dell’utente Facebook di app di società appartenenti al gruppo e dall’accesso a siti web/app di terzi; l’automatica attivazione della piattaforma di scambio dei propri dati da/a terzi operatori per tutte le volte che l’utente accederà o utilizzerà siti web e app di terzi, con validità autorizzativa generale senza alcun consenso da parte dell’utente, con sola facoltà di opt-out. In particolare, l’opzione a disposizione dell’utente di rinunciare o meno a tale modalità risulterebbe preimpostata, tramite spunta nell’apposita casella, sul consenso al trasferimento dei dati.

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