LA RICERCA

Fake news e overdose di social network, l’87% degli italiani non crede più nelle notizie

Secondo il rapporto Infosfera, la maggioranza dei cittadini pensa che non ci siano più opportunità per apprendere news affidabili. Un utente su tre è collegato a Internet più di 5 ore al giorno e passa metà del tempo su Facebook. L’82% del campione non sa riconoscere una bufala

Pubblicato il 20 Lug 2018

Giorgia Pacino

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Sempre più informazione, sempre più confusa. Per l’87% degli italiani non ci sono più opportunità di apprendere notizie credibili. Perennemente esposti alle news, si affidano a Internet per farsi un’opinione. E l’82% non sa riconoscere una bufala.

Sono i dati che emergono dal rapporto Infosfera, realizzato dal gruppo di ricerca sui mezzi di comunicazione di massa dell’Università Suor Orsola Benincasa su un campione di 1.500 cittadini. La ricerca analizza la percezione del sistema mediatico italiano, con particolare attenzione al livello di credibilità, fiducia e influenza delle fonti di informazione. Il report si concentra sugli effetti prodotti dai fenomeni di mediatizzazione, disintermediazione e dal cosiddetto information overload. La polarizzazione e la sempre minore disponibilità di tempo e attenzione stanno cambiando il modo di rapportarsi alle notizie.

Il 79% degli italiani ritiene infatti di essere in grado di trovare facilmente le notizie di cui ha bisogno. Tende perciò a fare un largo uso di free media, piuttosto che pagare per un’informazione di qualità. La dieta mediatica attuale fa sì che ciascun utente si senta libero di creare il proprio mix di contenuti su misura. La grande disponibilità d’informazione libera è considerata dal’87,76% degli italiani professionale e, quindi, attendibile. Internet è terreno fertile per le opinioni polarizzate. Le discussioni on line tendono a svolgersi in camere di risonanza (echo chambers), a cui hanno accesso solo individui con le stesse opinioni. Per il 69,61% degli italiani non è sempre possibile un confronto tra più punti di vista.

Crescono le ore di esposizione all’informazione: il 42,37% di noi è connesso almeno 4 ore al giorno. La generazione Z ancora di più. Un utente su tre è collegato a Internet più di 5 ore al giorno e metà del suo tempo è vampirizzato da Facebook. La maggioranza degli italiani crede che non sia più possibile trovare notizie credibili, ma lo stato del sistema di informazione non viene messo in relazione con la qualità della democrazia. La libertà è considerata prima di tutto libertà nella rete. A riprova di ciò, per il 77,30% le fake news non indeboliscono la democrazia. Per l’87,76% l’informazione che circola in rete è professionale, quindi è attendibile. Per il 37,11% gli apparati dell’informazione tradizionale tendono a manipolare le notizie.

Solo il 32% degli italiani dichiara di partecipare alla vita civile e politica attraverso la rete. Meno della metà è interessato alla politica, ancor meno all’economia. Il 45% degli italiani è influenzato dai programmi tv di approfondimento a livello di opinioni politiche. Quasi la stessa percentuale (il 43%) si fa convincere dalle reti di parenti e amici con le stesse idee. Seguono telegiornali (40%), giornali (39,93%). Facebook influenza il 25,32% degli italiani.

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