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Fake news, ecco la strategia di Facebook

Il social promuove un approccio differenziato basato su tre pilastri: rimozione, riduzione ed informazione. Ma serve un quadro normativo chiaro a sostegno delle aziende: “Non spetta a un privato stabilire cos’è vero e cos’è falso. Dilemmi etici e sociali complessi”

Pubblicato il 20 Lug 2020

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Facebook “alla guerra” contro le fake news. Il social mette in campo un serie di strumenti e iniziative per combattere la disinformazione e contribuire ad aumentare la consapevolezza degli utenti.

Il social blu è parte dei firmatari del “Codice di buone pratiche sulla disinformazione” promosso dalla Commissione Europea nel 2018 e ha assunto oltre 35.000 persone che si occupano di sicurezza della piattaforma.

Ma l’impegno profuso rischia di non bastare se le aziende sono lasciate sole ad affrontare dilemmi etici e sociali complessi, decidendo ciò che può restare sulla piattaforma e ciò che deve essere rimosso.

Ecco perché Facebook auspica da tempo lo sviluppo di nuovi quadri normativi in merito alla gestione dei contenuti dannosi online volti a garantire che le decisioni prese dalle aziende riducano al minimo i danni per gli utenti e allo stesso tempo rispettino il diritto fondamentale alla libera espressione. “Preservare tale equilibrio è necessario al fine di proteggere la libertà e apertura di internet e assicurare che tale dibattito sia condiviso, sarà essenziale per definire il carattere della rete per i decenni a venire”, puntualizza il social.

La strategia di Facebook

L’azione di Facebook si fonda sul presupposto che non tutti i contenuti vadano rimossi ma che, per alcune tipologie di contenuti, vadano strutturati interventi differenti come la diminuzione della distribuzione e della visibilità oppure la creazione di una maggiore consapevolezza dell’utente nei confronti di tali contenuti, attraverso strumenti di segnalazione della notizia falsa, come etichette informative “Questo – spiegano da Facebook – per trovare il giusto bilanciamento tra libertà di espressione e sicurezza dei propri utenti”.

Per combattere il fenomeno delle fake news, il social promuove un approccio differenziato che si basa sui tre pilastri: rimozione, riduzione ed informazione. Per quanto riguarda il primo pilastro, si rimuovono tutti i contenuti illegali, segnalati da un giudice o da un’autorità competente, e si eliminano tutti i contenuti di disinformazione che violano gli Standard della Comunità ovvero l’insieme delle regole costantemente aggiornate che definisce cosa può e non può essere condiviso sulla piattaforma. “La disinformazione – ossia la diffusione di informazioni false con uno scopo e un obiettivo specifico – si può individuare nei contenuti che hanno l’obiettivo di scoraggiare o impedire la partecipazione alle elezioni o nella pratica definita ‘comportamento inautentico coordinato’ in cui una serie di network coordinati diffondono contenuti falsi o ingannevoli per scopi commerciali, politici, o economici”, chiarisce Facebook.

Un’altra fonte di diffusione di disinformazione sono i profili falsi, la cui creazione e uso sono contrari alle policy. Tra gennaio e marzo 2020 sono stati eliminati oltre 1.7 miliardi di account falsi, il 99.7% prima ancora che arrivassero sulla piattaforma.

Facebook inoltre agisce eliminando i contenuti che potrebbero creare danni e conseguenze per l’incolumità delle persone. Durante l’emergenza Covid-19, ad esempio, sono state rimosse informazioni false, affermazioni o teorie complottistiche, segnalate dalle principali organizzazioni sanitarie mondiali e dalle autorità sanitarie locali, che potevano causare danni alla vita o alla salute delle persone.

Il secondo pilastro della lotta alle notizie false consiste nella riduzione della visibilità di contenuti falsi o ingannevoli. Secondo Facebook non deve spettare ad una società privata decidere in merito alla veridicità di una notizia o informazione. “Su tutto ciò che non è contrario agli Standard della Comunità o alla legge ma che è stato giudicato falso dai fact checker indipendenti con cui Facebook collabora – ricorda il social – agiamo riducendone la visibilità di circa l’80% e mostrando prima del contenuto un messaggio che informa l’utente che un fact-checker indipendente l’ha valutato falso”. Nel 95% dei casi, quando le persone visualizzano questo avviso, non vanno a vedere il contenuto originale.

La collaborazione con i fact-checker

Dal 2017 Facebook collabora con 60 organizzazioni di fact-checker indipendenti, certificati dall’International Fact-Checking Network, sulla base di un codice di principi condivisi che ne garantisce l’indipendenza e l’autonomia. In Italia, l’unico fact-checker firmatario di questo codice, oltre a “La Voce” – che analizza contenuti e informazioni di natura economica e finanziaria – è “Pagella Politica”.

Nel solo mese di marzo, dunque in piena emergenza sanitaria, sono stati mostrati avvisi di notizia falsa su 50 milioni di post caricati sulla piattaforma, basati su circa 7.500 articoli di analisi realizzati dai fact-checker. Inoltre, nell’ambito dell’iniziativa di co-regolamentazione “Task Force sulle Piattaforme Online e i Big Data” promossa dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, è stato lanciato in Italia “Facta”, un progetto pilota per il fact-checking su WhatsApp in collaborazione con “Pagella Politica”.

Consapevolezza e informazione degli utenti

Il terzo ed ultimo pilastro della strategia di Facebook contro le notizie false è quello legato all’informazione degli utenti. Tale approccio consiste nel mettere a disposizione delle persone ulteriori informazioni e contesto in merito ai contenuti che vengono condivisi, con strumenti come etichette di segnalazione delle notizie false o filtri. Grazie agli strumenti sviluppati per favorire una maggiore trasparenza, tutti i cittadini hanno ad esempio potuto accedere ad informazioni relative alle pubblicità politiche realizzate in occasione delle elezioni europee del 2019 e, durante la crisi legata al Covid-19, 2 miliardi di persone hanno potuto accedere a informazioni accurate e verificate sul virus.

Insieme alla lotta alle notizie false, l’impegno di Facebook si esprime anche attraverso la promozione del giornalismo di qualità e della stampa tradizionale. Su questo, oltre allo sviluppo congiunto di nuovi prodotti, Facebook ha recentemente investito 100 milioni di dollari in nuovi fondi per sostenere gli editori di tutto il mondo attraverso il attraverso il Facebook Journalism Project, per promuovere informazioni di qualità e combattere le notizie false sul coronavirus.

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