RAPPORTO

Il video on demand spinge il mercato Tv. Ma per i broadcaster non sarà una festa

Report ITMedia Consulting “L’effetto Netflix”: contesto di grande turbolenza anche in Italia. I nuovi player sottraggono risorse alle emittenti tradizionali. Pay-Tv in crescita del 6%

Pubblicato il 29 Nov 2018

TV-convergenza-media

Il mercato Tv italiano torna a crescere, e l’online è una leva di dinamismo.  Emerge dalle anticipazioni del report ITMedia Consulting “Il mercato televisivo in Italia: 2018-2020 – L’effetto Netflix” (sarà presentato il 13 dicembre) secondo cui a fronte di una crescita dei contenuti video sempre più pervasiva e generalizzata, la “torta” complessiva aumenta del 2%.

Il tutto, spiega l’istituto diretto da Augusto Preta, “avviene in un contesto di grande turbolenza, con il settore ormai al centro di un profondo processo di trasformazione, che tocca non più soltanto la pubblicità, che si sposta sempre più verso l’online, con nuovi attori e nuovi protagonisti che sottraggono risorse ai broadcasters“. Anche nella pay-TV, dove il video on demand raggiunge ormai in termini di penetrazione numeri paragonabili a quelli del satellite e largamente superiori al digitale terrestre, il processo assume caratteristiche del tutto nuove e sempre più vicine a quelle del Nord Europa e del Nord America.

La pay-TV nelle varie componenti cresce in maniera più evidente, attorno al 6%, frutto dei buoni risultati di Sky (Arpu in crescita e abbonati che compensano ampiamente le perdite di Mediaset Premium) e dell’esplosione dei servizi on-demand (Netflix su tutti).

In questo modo, secondo ITMedia Consulting, la pay-TV, che aveva effettuato nel 2017 il contro-sorpasso, stacca ancor più la pubblicità, sia quella televisiva tradizionale, sia quella totale, che comprende anche i ricavi delle tv dai servizi video online.

La pubblicità, dopo il calo dello scorso anno, cresce complessivamente per meno dell’1%, in un anno pari, quindi generalmente positivo, caratterizzato dai grandi eventi sportivi; quest’anno è toccato al Mondiale di calcio, dove, pur scontando l’assenza dell’Italia, Mediaset ha tratto vantaggio più degli altri broadcaster dall’offerta globale in chiaro di tutte le partite per crescere in maniera leggermente superiore alla media.

Da registrare anche la tenuta dei canali generalisti rispetto ai tematici, dopo oltre un decennio di cali – in alcuni casi anche clamorosi – avendo perduto nel complesso oltre 1/3 dei propri ascolti.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati