Marketing “virale”, Emc Italia sbarca su Facebook & co.

La società estende la sua strategia di comunicazione: sui principali social network pagine dedicate alle attività aziendali. Sarno (Pr manager): “Necessario essere presenti su queste piattaforme”

Pubblicato il 15 Mar 2011

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Emc Italia "scopre" i social media. La società ha
recentemente esteso la propria strategia di comunicazione, con la
presentazione di canali dedicati sui principali social network.
E’ ora possibile trovare l’azienda e le sue iniziative su
Facebook, su Twitter, su YouTube e su LinkedIn, per restare
informati sempre e comunque sulle ultime novità di casa Emc.

“Con l’emergere dei Social Media anche le strategie di
marketing e comunicazione devono adeguarsi a nuovi modi di
veicolare i messaggi e fare brand awareness – spiega Emilia Sarno,
Pr Manager di Emc Italia – L’utilizzo dei social media in chiave
di business è ormai una consuetudine per molte aziende, di
qualsiasi dimensione, in tutto il mondo. Anche in Italia le aziende
hanno iniziato un lento ma inesorabile percorso di trasformazione,
che le porterà presto a valutare i social media come uno dei
fattori determinanti per il proprio business. E’ importante per
un’azienda come Emc, che della gestione e della circolazione
delle informazioni ha fatto da tempo il suo cavallo di battaglia,
essere presente anche in questo mondo.”

In Italia, Emc Italia è presente con una pagina su Facebook, un
account su Twitter, un canale dedicato su You Tube e un gruppo su
LinkedIn, sui quali vengono veicolati quotidianamente news,
comunicati, eventi online/offline, campagne, video.
Ecn, la community esterna di Emc, conta oltre di 120.000 utenti
registrati – di cui oltre l’80% sono clienti dell’azienda.
Emc è stata recentemente classificata come il 15° brand globale
"consapevole" e capace di sfruttare il potenziale dei
social media.

Un recente sondaggio condotto dall’Università Iulm di Milano ha
mostrato come i social media stiano aumentando la loro presenza in
azienda, con un’importanza direttamente dipendente dalle
dimensioni aziendali. Ne fa uso regolare il 10% delle piccole
imprese, il 35% di quelle medie, il 58% di quelle grandi. Spicca in
particolare il settore bancario, con un 54% di organizzazioni
attive.

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