L'EVENTO

World Communication Forum, l’economy si fa social

In corso a Milano l’evento che unisce Forum della Comunicazione e Forum Digitale. Filo rosso di quest’anno la creazione di contenuti “portatili e fluidi” per i media digitali

Pubblicato il 10 Apr 2013

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E’ iniziata a Milano la due giorni del World Communication Forum, l’evento che da quest’anno unisce il Forum della Comunicazione e il Forum Digitale in due giornate consecutive, con 53 partner ufficiali, 135 relatori e la partecipazione di 57.000 top manager e professionisti della comunicazione. Al centro del dibatitto di quest’anno, protagonista più che mai, la social economy che trasforma la comunicazione: di come “creare contenuti portatili e fluidi” per i media digitali hanno parlato tra gli altri Marco Ehmer di Bmw, Cristina Favini di Logotel, Emanuele Invernizzi dell’Università Iulm, Carlotta Ventura di Telecom Italia.

“Questa prima edizione del World Communication Forum che integra l’esperienza del Forum Digitale vuole continuare ad essere un punto di riferimento per tutti i protagonisti della comunicazione d’impresa ed istituzionale, per affrontare le sfide di una società in continuo mutamento, grazie anche al supporto degli strumenti e dei linguaggi più innovativi”, ha affermato Fabrizio Cataldi, fondatore di Comunicazione Italiana.

Proprio Comunicazione Italiana in partnership con BuzzLogger.com ha lanciato quest’anno l’Osservatorio Permanente su Marketing e Comunicazione, un servizio in tempo reale dedicato ad aziende, esperti di marketing e leader del settore per monitorare il “sentiment” espresso su Twitter e Facebook sui principali temi del marketing e sui maggiori brand nazionali e internazionali. Tra gli eventi dedicati agli invitati, si svolge anche il Business roadshow, in cui i direttori della comunicazione si confrontano le più prestigiose aziende italiane.

Il Forum è stato aperto questa mattina da un’analisi delle misurazioni multi-piattaforma a livello internazionale che ha messo in evidenza i nuovi trend digitali, molto forti anche in Italia. Il confronto tra il nostro Paese e quelli digitalmente più evoluti è stato al centro dell’intervento di Fabrizio Angelini, Ceo di Sensemakers, che rappresenta in Italia comScore.

“Ogni giorno più di 3 miliardi di Like e commenti vengono lasciati dagli utenti su Facebook, 500 milioni di utenti Twitter commentano o retweetano contenuti, su YouTube gli utenti usufruiscono di 4 miliardi di ore di video in streaming: i social media sono una realtà”, afferma Renato Vichi, responsabile dell’ufficio stampa Italia di UniCredit. “Siamo ormai in una sorta di Entropia Digitale che tenderà ad aumentare e a disintermediare qualsiasi mezzo tradizionale. In Italia siamo in una fase di apprendimento; non si può non esserci, ma non è sufficiente definirsi media digitale solo perché si ha un account attivo o un giornale su Internet. Chi per primo troverà la chiave di lettura di questo caos digitale di blog e forum avrà il potere di informare meglio, interagire e condividere le opinioni in modo attivo senza subire il fenomeno della rete o rimanere isolato dalle nuove piazze”.

Durante questa giornata sono stati anche presentati i risultati della ricerca “Opinione Pubblica: parole chiave e comunicazione istituzionale attraverso i mass media” condotta dall’Istituto Piepoli, un sondaggio d’opinione giunto alla sua terza edizione che indaga sulla percezione del ruolo della comunicazione in Italia e il suo valore per lo sviluppo e la crescita del Paese. Nel 2012 continua a crescere la percentuale di italiani che ritiene la comunicazione un’importante chiave strategica per uscire dalla crisi economica (lo indica l’86%); fondamentale il ruolo della comunicazione in particolare nella Pubblica Amministrazione, come strumento per garantire informazione e trasparenza ai cittadini.

Quanto alle parole chiave che gli italiani ritengono caratterizzeranno i prossimi mesi, il sondaggio conferma la parola “Lavoro” al primo posto, ma seguita non più da “Crisi”, come nel 2011, bensì da “Innovazione”. Il canale di comunicazione da cui gli italiani preferirebbero ricevere informazioni di aziende private e/o istituzioni resta la Tv, ma in netta flessione, mentre sale la preferenza per gli strumenti basati sul web. Negativo il giudizio sull’efficacia e qualità dei messaggi pubblicitari, considerati “peggiori” di quelli del decennio precedente. “Lo scenario descritto dal sondaggio realizzato in occasione del World Communication Forum conferma la comunicazione come una componente fondamentale su cui l’Italia deve puntare per uscire dalla crisi”, commenta Roberto Baldassari, Vice Presidente Esecutivo dell’Istituto Piepoli. “Il forte interesse verso i temi dell’innovazione e della tecnologia segnala inoltre la volontà degli Italiani di tornare ad essere un’avanguardia tecnologica e creativa: un processo in cui i comunicatori possono e devono essere protagonisti”.

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