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Facebook, Colombo: “Non usiamo i dati delle banche. Sorpresi dall’addio di Unicredit”

Il country manager: “Li avevamo incontrati a metà aprile e avevamo illustrato loro tutte le contromisure prese dopo Cambridge analytica”. Sull’uso dei dati degli utenti: “Riviste tutte le applicazioni che accedono alla piattaforma. E sulle fake news collaboriamo coi fact checker”

Pubblicato il 09 Ago 2018

A. S.

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“Siamo Sorpresi. Avevamo incontrato il loro dipartimento Comunicazione e marketing a metà aprile, poco dopo i fatti di Cambridge Analytica, spiegando loro le misure che avevamo introdotto”. Lo dice al Corriere della Sera Luca Colombo, country director di Facebook per l’Italia, commentando la decisione di Unicredit, che ha annunciato nei giorni scorsi il ritiro di tutti gli investimenti pubblicitari e la lo stop alle attività di comunicazione sulla piattaforma.

Colombo poi spiega quali sono le iniziative che il colosso fondato da Mark Zuckerberg ha adottato per evitare che in futuro altre applicazioni possano usare in modo distorto i dati di cui vengono in possesso grazie a Facebook: “Dopo Cambridge Analytica abbiamo rivisto tutte le applicazioni che accedono a Facebook  – spiega – Abbiamo messo in standby le app più recenti, per essere certi della loro compatibilità con le nostre politiche, abbiamo informato gli utenti sul modo di gestire i propri dati sulla piattaforma, abbiamo rimosso tutte le applicazioni non più attive da tre mesi e ridotto a un numero estremamente limitato le informazioni trasmesse a chi usa la funzionalità log in fi Facebook. Infine abbiamo realizzato u programma di incentivi volto agli sviluppatori hi tech per segnalare eventuali lacune della piattaforma in modo da porvi rimedio”.

Sul capitolo fake news Colombo ammette che non sarà possibile nel breve periodo debellarle, ma spiega come il social network stia facendo del proprio meglio per limitarle e tutelare i propri utenti: “Abbiamo costruito con un partner una collaborazione quotidiana per il fact checking delle notizie – spiega – le fake news vengono rese meno visibili, e sotto la notizia falsa l’utente può leggere l’analisi del fact checker per capire perché è stata giudicata falsa. Ma non possiamo ancora evitarne una diffusione in tempo reale vista l’infinita molteplicità di fonti”.

Infine un breve ritorno sul tema banche, per spiegare qual è l’atteggiamento di Facebook verso gli istituti di credito e di dati che gestiscono quotidianamente: “Non usiamo i dati degli acquisti dalle banche o da compagnie di carte di credito a scopi pubblicitari – sottolinea – Inoltre, non abbiamo relazioni speciali, partnership o contratti con banche o aziende cdi carte di credito per usare i dati relativi agli acquisti dei loro clienti per fare pubblicità. Stiamo solo lavorando per aiutarle a sfruttare i nostri software di messaggistica istantanea come Whatsapp e Messenger https://www.corrierecomunicazioni.it/tag/messenger/nel loro servizio di assistenza. Noi siamo solo interessati a veicolare pubblicità su questi programmi, ma senza profilare troppo gli utenti”.

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