INTERNET

Kroes, giro di vite sulla net neutrality

Il commissario Ue per l’Agenda Digitale annuncia un nuovo pacchetto di misure per tutelare i consumatori e imporre agli Isp maggiore chiarezza su contratti di accesso e blocchi del traffico

Pubblicato il 29 Mag 2012

Paolo Anastasio

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“Sono favorevole al fatto che Internet sia aperto e che offra il massimo della scelta. Queste sono cose che vanno protette. Ma per i cittadini non deve essere necessario il mio intervento o quello dell’Ue per sapere per quale tipo di servizio online si deve pagare”. Questo il messaggio di Neelie Kroes, commissario Ue per l’Agenda Digitale, in materia di net neutrality. Il commissario ha annunciato l’arrivo di nuove più stringenti raccomandazioni per incrementare la trasparenza in tema di Internet acess da parte degli Isp.

In primo luogo, i consumatori devono conoscere nel dettaglio le prestazioni broadband del contratto che sottoscrivono. “Non soltanto la velocità che si raggiunge alle 3 di mattino, ma anche quella che si può raggiungere negli orari di picco di traffico – dice il commissario – velocità in upload e download e la velocità minima garantita, quella che si può raggiungere mentre si utilizza la IpTv o quella per il download di un video on demand tramite un servizio premium”.

Secondo, i consumatori devono ricevere informazioni chiare “sui pagamenti, con tetti fissi in base ai dati scaricati, che sono molto meglio di vaghe politiche di “fair use” che lasciano troppa discrezionalità agli Isp”, dice Kroes.

Terzo, “i consumatori devono sapere se stanno bevendo Champagne o un vino sgasato. Se non si tratta di full Internet, non deve essere definito come tale. I regolatori nazionali dovrebbero conoscere le modalità in con cui gli Isp commercializzano la loro offerta”, aggiunge il commissario.

“In tema di net neutrality quello che voglio è assicurare agli utenti di Internet la possibilità di scegliere il full access, vale a dire un accesso robusto, best-efforts Internet con tutte le applicazioni che vuoi”, dice la Kroes che aggiunge: “Detto questo, non mi piace intervenire in mercati competitivi a meno che questo non sia l’unico modo di aiutare i consumatori o le aziende. Preferibilmente entrambi. Anche perché un rimedio mal calcolato può essere peggiore della malattia da curare, producendo effetti negativi imprevedibili con effetti a lungo termine. Per questo volevo dati migliori prima di intervenire sulla net neutrality”.

Un anno fa Kroes si è rivolta al Berec, l’organismo europeo dei regolatori che si occupano di network, per ottenere maggiori informazioni su alcuni quesiti aperti: gli utenti ricevono una giusta quality of service? Quanti blocchi e colli di bottiglia si registrano sulle reti? In concreto, quanto è facile o meno per i clienti cambiare operatore e servizi? In poche parole, quanto è facile per i consumatori scegliere in maniera trasparente il servizio migliore per loro, compreso il full access a Internet se lo desiderano?

Sempre un anno fa la Kroes ha chiesto ai legislatori e ai regolatori europei di aspettare prima di regolamentare in maniera non coordinata, paese per paese, in materia: l’obiettivo era quello di non rallentare la creazione di un mercato unico digitale.

“Oggi il Berec mi ha fornito i dati che aspettavo – dice Kroes – Per la maggior parte degli Europei l’accesso a Internet funziona bene la maggior parte del tempo. Ma c’è bisogno di maggiori certezze regolamentari, servono azioni mirate e garanzie certe per salvaguardare i consumatori”.

“Per la prima volta sappiamo che almeno il 20%, ma potenzialmente fino al 50% degli utenti europei di mobile broadband, hanno sottoscritto contratti che consentono al loro Isp di limitare servizi come il VoIp (ad esempio Skype) oppure il file sharing P2P”, continua il commissario dell’Agenda Digitale Ue, aggiungendo che circa il 20% degli operatori fissi, in pressoché tutti i paesi dell’Ue, mettono in atto delle restrizioni limitando il traffico P2P nei momenti di picco di traffico. Una misura che può riguardare fino al 95% degli utenti di un paese.

I prodotti che limitano l’accesso alla Rete spesso richiedono il monitoraggio del traffico online tramite la cosiddetta “packet inspection”. “Questa pratica solleva preoccupazioni sul fronte della privacy, per questo è necessario codificare linee guida chiare sulle responsabilità degli Isp – aggiunge Kroes – e su come i consumatori possano esercitare un controllo vero se scelgono questo tipo di prodotto”.

Nel contempo, secondo I dati del Berec, l’85% degli Isp su rete fissa e il 76% di quelli su rete mobile propongono servizi di Internet fisso e mobile senza restrizioni di sorta. “Il mercato consente di scegliere, ma in alcuni paesi dell’Ue questa scelta è limitata”, aggiunge Kroes, secondo cui il problema è che la maggior parte dei clienti non è davvero consapevole dell’offerta e del contratto che sottoscrive. “Penso che tutti noi abbiamo bisogno di maggior trasparenza”, dice Kroes, preannunciando l’arrivo di raccomandazioni esplicite per garantire più trasparenza ai clienti e “mettere la parola fine al gioco della net neutrality in Europa”.

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