L'INTERVISTA

Kroes: “Italia ancora indietro sull’e-gov”

In una lunga intervista al Corriere Economia il commissario Ue dice la sua sull’Agenda digitale by Monti: “Roma è sulla strata giusta, ma l’uso dei servizi pubblici online resta il più basso d’Europa”. Sulla banda larga: “L’Italia faccia pieno uso, da subito, dei fondi strutturali Ue”. Resta alta l’attenzione sull’emendamento unbundling: “Se il testo finale non dovesse essere in linea con la legge europea apriremo procedura di infrazione”

Pubblicato il 26 Mar 2012

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"Le azioni previste da Roma vanno tutte nella direzione giusta: dalle infrastrutture all’e-commerce, dall’e-government all’alfabetizzazione, dalla ricerca alle smart city". Comincia con un apprezzamento all’Agenda digitale by Monti la lunga intervista al Commissario Ue Neelie Kroes a firma di Edoardo Segantini sul Corriere Economia.

Il Commissario Ue analizza il piano nazionale e punto per punto dice la sua sulle azioni stabilite che dovranno poi essere concretizzate dalla cabina di regia. E dà anche alcuni suggerimenti al governo italiano per una rapida attuazione delle iniziative e per colmare i "gap" esistenti. Se è vero che l’Agenda italiana rappresenta un passo in avanti è anche vero dice la commissaria che la strada è ancora in salita.

Sul fronte banda larga, ad esempio, la Kroes si aspetta dall’Italia "un contributo importante" nell’ambito del raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Ue e auspica "il pieno uso, da subito, dei fondi strutturali europei". "L’Italia dovrebbe cogliere questa opportunità per fare un cambio di passo nella qualità della propria infrastruttura e per migliorare l’ampiezza di banda. Gli italiani sono tra gli utenti più appassionati di Internet mobile, ma le connessioni veloci mancano a un gran numero di piccole e medie aziende".

Il nodo principale resta quello dell’e-gov: "Malgrado i miglioramenti realizzati negli ultimi anni sia nella disponibilità sia nella qualità, l’uso dei servizi pubblici online da parte degli italiani rimane il più basso d’Europa a 27 (22% contro una media del 41%). Questo probabilmente è legato al fatto che l’Italia è agli ultimi posti nell’uso di Internet: l’anno scorso solo il 57% degli italiani ha usato il web contro il 71% dei cittadini europei".

Secondo il commissario Ue per uscire dall’impasse "l’Italia deve realizzare politiche per promuovere l’alfabetizzazione digitale e diffondere serrvizi pubblici online molto più facili da usare".

Relativamente al "dietrofront" dell’Europa sull’uso della fibra per fare le nuove reti ultrabroadband – inizialmente il Piano era molto più orientato sulle tecnologie fisse – il commissario sottolinea che si vuole "incoraggiare la realizzazione della nuova infrastruttura ma non a detrimento di un’efficace competizione tra piattaforme". "Una formula magica per raggiungere in una notte i nostri obiettivi non c’è. Dovremo usare un mix di tecnologie: fibra ottica, banda ultralarga, mobile, cavo potenziato. Tutte hanno una parte da giocare".

Il Commissario interviene anche sulla questione dell’emendamento sull’unbundling al Dl Semplificazioni poi corretto al Senato. "Lo stiamo monitorando e continueremo a monitorarlo. Pur apprezzando, in linea di principio, l’ispirazione pro-concorrenza che lo sottende, dobbiamo assciurarci che le nuove regole siamno conformi a quelle europee, in particolare per quanto riguardo i poteri di Agcom. Se il testo finale non dovesse essere in linea con la legge europea, la Commissione non esiterebbe a usare i suoi poteri e, ove necessario, ad aprire una procedura di infrazione".

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