MISURE PER LA CRESCITA

Passera: “Agenda digitale fuori dal fiscal compact”

Il ministro per lo Sviluppo ribadisce la ricetta del premier Monti: “Dobbiamo convincere l’Europa a togliere da certi vincoli di bilancio alcune tipologie di investimento come quelle per la banda larga”. Sostegno alla proposta da Confindustria Digitale e Assinform

Pubblicato il 10 Mag 2012

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"Monti lo ha detto chiaramente: dobbiamo convincere l’Europa che talune tipologie d’investimento non possono essere considerate alla stregua di spesa corrente e per costruire futuro e competitività del nostro Paese faremo di tutto e lui ha la credibilità e il ruolo per convincere l’Europa a togliere da certi vincoli del fiscal compact talune tipologie di investimento come quelle per l’agenda digitale" . A dirlo il ministro per lo Sviluppo Economico, Corrado Passera, prima di partecipare al Digital Economy Forum a Venezia.

Il era stato Mario Monti a proporre la ricetta pro-banda larga. "E’ molto importante mettersi d’accordo, a livello europeo, su cosa si considera come investimento candidato a intervento meno restrittivo; la proposta che l’Italia fa è stabilire in Europa quelle che sono le priorità, ad esempio l’Agenda digitale o la banda larga, e per un periodo, ad esempio per i prossimi 3 anni, si stabilisce che, fermo restando che non ci saranno elusioni di bilancio, quegli investimenti saranno incoraggiati perché non saranno contati ai fini dei vincoli del patto di stabilità". E’ una proposta, ha aggiunto Monti, "modulabile che si può rivedere" , ma va rimarcato che "non c’è nulla di elusivo della disciplina di bilancio ma è solo l’incoraggiamento ad una buona politica economica".

"Certo è delicato, non possiamo balzare a una posizione avventurosa, in cui diciamo che ogni spesa classificata come investimento sia esentata o guardata con un occhio di favore sotto le regole dell’Europa – aggiunge Monti – No. Perché è stato fin troppo frequente che Paesi abbiano coperto perdite di compagnie a partecipazione pubblica e le abbiano poi contabilizzate come investimenti. Ci vogliono quindi criteri molti stretti che distinguano investimenti ammissibili da questo tipo di propositi, da investimenti non ammissibili", riconoscendo che spesso "è una distinzione difficile da fare e da mettere in pratica".

A proposito degli incentivi alla domanda, Monti ha sottolineato che "non dovremmo mai reagire a ogni nuova idea in modo automatico, ma considerare a freddo e capire se questa è una rottura con l’ortodossia del rigore di bilancio. Il nostro governo è pienamente convinto della virtú del consolidamento di bilancio".

Plaudono alla proposta del governo Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria con delega ai distretti industriali e alle politiche territoriali e Stefano Parisi, presidente di Confindustria Digitale che, in una nota congiunta, esprimono "il loro pieno e convinto sostegno alla posizione espressa dal premier Mario Monti di incentivare gli investimenti per la banda larga non contabilizzandoli ai fini degli obiettivi di finanza pubblica del Fiscal Compact".

"Quella di Monti è una dichiarazione politica importante e coraggiosa – precisano Bonomi e Parisi – che individua in modo chiaro come l’infrastrutturazione Ict costituisca la piattaforma strategica per far ripartire l’economia in Europa. Per l’Italia, in particolare, e’ prioritario promuovere la crescita di competitivita’ e produttivita’ delle imprese, incentivare l’e-commerce e lo sviluppo di servizi on-line, concentrando le risorse sulla realizzazione di una rete in fibra ottica nei Distretti e nelle aree industriali. E’ questo un passaggio di modernizzazione del Paese indispensabile per mettere le nostre Pmi in grado di competere con tutta le loro capacita’ creative sul mercato globale. In questo quadro le aziende sono pronte a fare la loro parte per eliminare il digital divide e sviluppare la Ngn. Cosi’ come da parte di tutto il sistema di Confindustria vi e’ il massimo impegno a sostenere l’azione del primo ministro nella direzione indicata, considerando che se la richiesta del Governo italiano venisse accolta, sarebbero a portata di mano gli obiettivi dell’Agenda Digitale e si avrebbe una azione straordinaria per sostenere lo sviluppo della nostra economia".

Le dichiarazioni di Monti e Passera convincono anche Assinform. Per il presidente Paolo Angelucci "il presidente Monti sposa una tesi che Assinform porta avanti da tempo. Gli investimenti pubblici per la crescita e, in particolare, quelli per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e per l’Agenda Digitale italiana, sono essenziali per rilanciare la competitività del nostro sistema produttivo e del made in Italy. Era ora che emergesse questa consapevolezza, che solo in minima parte va a vantaggio delle imprese del settore, potendo invece dare una scossa all’intera economia".

"Ogni euro investito in Ict genera non solo più efficienza a livello di sistema, ma si traduce in altri 5 euro di investimenti a livello di Sistema Italia – ha aggiunto Angelucci – eppure negli ultimi anni, nel nostro Paese, la spesa Ict in infrastrutture digitali, e anche in nuovi sistemi e servizi avanzati nelle imprese e nelle amministrazioni pubbliche è stata in calo. L’attuazione dell’Agenda Digitale Italiana è essenziale per rompere una spirale che impedisce all’Italia di esprimere tutte le sue potenzialità industriali e della società civile”.

"Gli ambiti di intervento definiti dal Governo in materia sono proprio quelli su cui Assinform da tempo richiama l’attenzione: diffusione della banda larga, condizioni favorevoli per l’e-commerce, accelerazione delle pratiche di e-government, sviluppo delle competenze digitali, sostegno alla ricerca e all’innovazione Ict, maggiore interazione fra imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni con la dematerializzazione. – ha precisato Angelucci – Le dichiarazioni del presidente Monti, peraltro condivise dal ministro Passera, dovranno però essere seguite da fatti concreti, anche dando continuità all’azione avviata a favore della crescita. Solo allora potremo dire che è cambiato il passo. Avremo una prima verifica con la prossima uscita del decreto Digitalia”.

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