AGENDA DIGITALE

Smart city, l’Anci battezza l’osservatorio nazionale

La nuova struttura si occuperà dell’elaborazione di analisi e modelli da mettere a disposizione dei Comuni. Delrio: “Rispondiamo alle richieste dei territori”

Pubblicato il 05 Apr 2012

orti-smart-120220103738

Elaborare analisi, ricerche e modelli replicabili da mettere a disposizione dei Comuni italiani. È questo il principale compito del nuovo Osservatorio nazionale Smart Cities dell’Anci.

“L’Anci, nella sua azione di supporto ai Comuni sui temi dell’innovazione e della sostenibilità urbana – spiega il presidente Graziano Delrio – ha assunto la cornice di sviluppo delle Smart Cities definita a livello europeo quale modello di riferimento da replicare e adattare alla realtà italiana. Come dimostrato dal convegno Anci di Torino del 23 febbraio, per muoversi in quest’ottica è necessario agire in direzione di una forte collaborazione fra autorità di governo nazionali e locali, mondo della ricerca, dell’impresa e della società civile”.

“L’Anci in questi anni ha lavorato sia in direzione dell’attivazione di relazioni stabili sul tema smart cities con i principali interlocutori istituzionali e privati sul tema, sia su alcune attività di sperimentazione e sensibilizzazione. L’esperienza accumulata attraverso queste iniziative – sottolinea Delrio – porta a dire che esistono politiche urbane integrate che più di altre si prestano a interpretare la crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva richiesta dall’Unione Europea”.

“La decisione dell’Associazione dei Comuni di costituire l’Osservatorio nazionale – evidenzia – nasce proprio dall’esigenza di rispondere efficacemente alle molteplici richieste di assistenza e indirizzo che arrivano dai nostri territori”.

Secondo Roberto Reggi, sindaco di Piacenza e responsabile Anci alle Infrastrutture “oggi per fare sviluppo a tutti i livelli è obbligatorio investire nell’innovazione tecnologica”.

“LA riduzione delle risorse a disposizione dei Comuni e il Patto di Stabilità hanno di fatto obbligato le amministrazioni locali a buttarsi in questa avventura utilizzando le tecnologie e il rapporto con il privato al massimo livello. Fare sviluppo nonostante la crisi è la parola d’ordine oggi necessaria per mettere nuovi servizi a disposizione dei cittadini e per migliorare la qualità della vita nelle nostre città”

“Le Smart Cities – conclude Reggi – sono un modello per passare da città tradizionali a città digitali e interattive e per fornire servizi sempre più avanzati, e in questo senso riveste un ruolo fondamentale la partnership tra pubblico e privato”.

D’accordo anche Piero Fassino, sindaco di Torino e componente dell’Ufficio di Presidenza dell’Associazione dei Comuni. “Per le nostre comunità parlare oggi di Smart Cities non significa ragionare in astratto, bensì ripensarsi concretamente in ottica di sostenibilità diffusa. Le dimensioni di intervento sulle quali lavorare per realizzare questo cambiamento – spiega Fassino – cominciano, almeno a livello europeo, ad essere ormai ben delineate: l’avvio dell’Osservatorio Anci deve però aiutarci a trovare una via italiana alle Smart Cities, nella quale alla città tecnologica e sostenibile si affianchi quella inclusiva e partecipata, capace di sostenere e valorizzare gli asset che caratterizzano il nostro Paese”.

“Dobbiamo quindi partire innanzitutto dal coinvolgimento sociale e culturale, per agire poi, in fase di attuazione, in direzione di una forte partnership pubblico-privato e di modalità innovative di reperimento e messa a sistema delle risorse. Su questo aspetto – conclude l’esponente Anci – vanno individuati meccanismi che possano liberare e facilitare la possibilità dei Comuni di fare investimenti in innovazione, considerando le ricadute che si avrebbero sul tasso di crescita generale e sull’occupazione attraverso interventi di questo tipo”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati