LA RICERCA

Terremoto coronavirus sulle banche: dimezzati i profitti ma più digitale

I dati dello studio EY: l’impatto del Covid-19 sul sistema bancario e le Fintech trasforma la catena del valore e spinge home banking e digitalizzazione della clientela. Quasi il 100% dei dipendenti pronto al telelavoro, mentre aumenta del 300% il digital lending

Pubblicato il 19 Giu 2020

Antonio Dini

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L’impatto del coronavirus sul sistema bancario e fintech ha già trasformato il modo di operare degli istituti di credito e in prospettiva la strada per arrivare al “new normal” comincia già ad essere impostata. In un rapporto stilato da EY viene analizzato l’ambito business, customer e digital del settore del credito per indicare quali saranno, secondo la società di consulenza, le possibili misure e strategie.

“Le banche – dice Filippo Mastropietro, Partner responsabile digital advisory, Financial Services, EY Italia – si trovano ad affrontare una sfida senza precedenti. Solo le più lungimiranti riusciranno a coniugare la gestione della contingenza transitoria con la capacità di interpretare il cambiamento come acceleratore di un intenso processo di evoluzione del business model. Il digitale giocherà sicuramente un ruolo chiave in tale processo evolutivo”.

Secondo EY l’impatto sulle imprese è inversamente proporzionale alla dimensione aziendale. Le Pmi e micro-imprese, rappresentando più del 90% delle imprese attive in Italia, hanno reso gli impatti economici ancora più significativi. Anche le banche hanno accusato il colpo: le diverse misure adottate per la gestione della crisi pandemica hanno avuto un impatto sul sistema bancario: il ritorno degli investimenti (Roe), cresciuto negli ultimi anni fino a raggiungere il 7%, si attesterà quest’anno tra lo 0 e l’1%, e EY prevede un aumento delle rettifiche del 40-50% e una perdita dei profitti prima della tassazione del 40-60%.

La situazione di crisi è stata colta dalle istituzioni. Il rapporto di EY sottolinea che per la prima volta la Bce ha introdotto misure volte ad aumentare la flessibilità delle banche, consentendogli di operare anche sotto i livelli di solidità particolarmente stringenti che hanno richiesto negli ultimi anni.

Dopo un primo momento in cui le banche hanno interrotto tutte le campagne commerciali per concentrarsi sulle iniziative del decreto “Cura Italia” e “Liquidità”, adesso secondo EY si intravedono iniziative originali e innovative, a sostegno di specifiche categorie di cliente e di posizionamento del marchio.

Innanzitutto un incremento dell’adozione dell’home banking (20%), mentre è in calo il numero delle operazioni effettuate. L’84% delle banche ha dichiarato a EY di voler velocizzare il processo di digitalizzazione nella relazione con i clienti, mentre secondo il rapporto quasi il 100% dei dipendenti delle banche sono oggi abilitati allo smart working (il 75% lo sta effettivamente praticando) e gli strumenti di web collaboration diventeranno strutturali sia nella relazione con il cliente che nella operatività quotidiana.

L’84% delle banche intervistate da EY ha dichiarato di aver avviato una rivalutazione delle priorità strategiche di medio-lungo periodo. I nuovi modelli di business prevedono maggior attenzione alla protezione, sia della salute che dei risparmi dei clienti, i quali sosterranno maggiormente lo sviluppo del margine prodotto dai servizi. Quasi nove banche su dieci ritengono sia necessario aggiornare la propria gamma prodotti, mentre il 67% sta esplorando opportunità di partnership per il lancio di nuovi prodotti e servizi anche non tipicamente bancari.

Sbaglierebbe però chi pensasse che che il futuro del “new normal” sarà tutto digitale. Il rapporto con la clientela, secondo EY, sembra non essere destinato a tradursi in una relazione al 100% digitale. Solo il 16% dei clienti si aspetta che le nuove modalità di effettuare operazioni bancarie e di interagire con la banca sperimentate durante il lockdown saranno permanenti. Tuttavia, la «customer-centricity» sarà comunque un pilastro nello sviluppo del business delle banche a cui fare riferimento.

EY offre anche alcune indicazioni al mondo delle banche: “Devono agire come delle startup”. Le fintech, avendo fatto dell’agilità il proprio cavallo di battaglia, sono state in media meno impattate dalla crisi, riuscendo anche, in alcuni casi, a guadagnare importanti quote di mercato. Il 20% delle fintech prevede, infatti, un aumento del proprio fatturato.

Un indicatore viene al riguardo, secondo il rapporto EY, dalla forte crescita del prestito digitale, che in alcune fintech ha registrato un incremento dal 100% al 300% dei volumi.

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