LA RECENSIONE

Il Gdpr vincerà la sfida della data driven economy?

A firma di Alessandro Alongi e Fabio Pompei, il libro “Diritto della privacy e protezione dei dati personali”, analizza le caratteristiche del regolamento europeo sulla privacy, evidenziandone i limiti alla luce dell’avvento delle tecnologie 4.0

Pubblicato il 11 Ott 2021

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Il Regolamento (UE) 2016/679, meglio conosciuto come Gdpr, costituisce un passo essenziale per rafforzare i diritti fondamentali dei singoli nell’era dell’innovazione, semplificando le regole per le imprese e aumentando le tutele per i cittadini nel mercato unico digitale.

Nell’ambito della protezione dei dati personali, va riconosciuto come l’ordinamento dell’Unione europea rimanga uno dei più avanzati nella definizione di un contesto normativo di tutela della privacy e nel bilanciamento dei diritti riconosciuti all’individuo con quelli derivanti dal perseguimento di interessi di carattere generale. Ma, nonostante ciò, specie sul web, i dati degli utenti non sembrano trovare adeguata protezione, esposti alla mercé della Rete, luogo privo di regole.

Le norme però, a distanza di poco più di tre anni dall’entrata in vigore, mostrano le prime insofferenze dinanzi alle sfide tecnologiche degli ultimi anni: intelligenza artificiale, algoritmi, bioprivacy, sistemi di riconoscimento facciale, fake news e tecnologie altamente pervasive come quelle dei deepfake e deepnude. Si tratta di uno scenario, in rapidissima evoluzione, che sembra far apparire già non al passo le regole a tutela della protezione dei dati solo da qualche anno in vigore.

A firma di Alessandro Alongi e Fabio Pompei e con la prefazione del commissario Agcom, Antonello Giacomelli, il libro “Diritto della privacy e protezione dei dati personali. Il Gdpr alla prova della data driven economy“, analizza le caratteristiche essenziali del Regolamento privacy. E lo fa passando in rassegna i principali istituti, i protagonisti e gli strumenti giuridici di data governance, per poi concentrarsi sulle criticità e la (scarsa) regolamentazione della data drive economy, provando a fornire qualche spunto di riflessione sui nodi ancora irrisolti e da sciogliere urgentemente per generare quel clima di fiducia necessario per lo sviluppo dell’umanesimo digitale tanto invocato.

Il volume contiene una nutrita raccolta giurisprudenziale sui principali casi europei in tema di protezione delle informazioni personali, insieme a diversi case study desunti dalla quotidianità (uno per tutti le molteplici implicazioni in tema di privacy nella gestione dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19), che ben fanno comprendere il difficile contemperamento e i labili confini di un diritto ancora tutto da scrivere.

Analogamente a quanto avvenuto in occasione della pubblicazione del precedente testo “FakeDemocracy”, gli autori doneranno gli interi proventi derivanti dalle vendite alle vittime di cyberbullismo, furto di identità, catfishing e a tutte quelle realtà che, quotidianamente, contrastano con la loro azione il triste fenomeno della disinformazione online, di cui le fake news sono alla base. Tale supporto si rende necessario, a parere dei due autori, per sostenere e realizzare una cultura all’uso consapevole e responsabile del digitale tra i giovanissimi, ma anche ai genitori e alle famiglie in  generale, adulti che si sono ritrovati catapultati, nel giro di pochi anni, all’interno di in una società completamente cambiata e con molti rischi inattesi, come ad esempio le frodi telematiche.

Chi sono gli autori

Alessandro Alongi è docente di Search Engine Optimization all’interno del Corso di laurea in Comunicazione e Multimedialità dell’Università Mercatorum. Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche, è specializzato in Relazioni istituzionali e Diritto parlamentare e attualmente si occupa di tematiche giuridiche e regolamentari presso un’importante azienda di telecomunicazioni, oltre a svolgere attività di ricerca nell’ambito del Diritto dell’innovazione, del quale è autore di diversi studi e approfondimenti. Giornalista, collabora con le testate “LabParlamento” e “La Discussione” per cui scrive articoli di innovazione, privacy e società digitale.

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Fabio Pompei è ingegnere informatico, dottore di ricerca (Ph.D.) in Ingegneria elettronica e giornalista. Ha iniziato la sua carriera in azienda nel settore bancario, attualmente è manager in una azienda di telecomunicazioni. Docente in corsi di laurea (ingegneria) in università pubbliche e private, è autore di pubblicazioni scientifiche nel settore delle telecomunicazioni. Ha ricoperto negli ultimi anni incarichi pubblici, occupandosi, in particolare, di Politiche economiche, finanziarie, innovazione tecnologica e semplificazione amministrativa.

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