L'INDAGINE

Privacy online, il 50% degli italiani non sa come tutelarsi

Secondo i risultati di un’analisi a firma di Kaspersky il 69% degli utenti ha tentato di cancellare informazioni private da siti web o social media. Il 15% preoccupato per l’uso dei dati attraverso le app sugli smartphone

Pubblicato il 30 Apr 2020

Antonio Dini

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Il 69% degli italiani ha cercato di cancellare le proprie informazioni private da siti web o social media. E si sale all’82% a livello mondiale. Secondo un’indagine condotta da Kaspersky per indagare sull’atteggiamento degli utenti rispetto alla privacy online, gli utenti di tutto il mondo desiderano adottare maggiori precauzioni per proteggere e mantenere il controllo della propria privacy. Come emerso dall’ultimo report dell’azienda “Defending digital privacy: taking personal protection to the next level“, gli utenti stanno diventando sempre più consapevoli dei siti in cui sono presenti i loro dati personali.

La maggiore difficoltà nel togliere le proprie informazioni dal web e dai social, secondo l’indagine di Kaspersky, sta però nel modo con cui farlo. Il 50% degli utenti italiani non sa come procedere contro il 37% a livello globale.

Il desiderio di togliere dalla rete le informazioni private non è limitato alle proprie ma si estende anche a quelle dei congiunti e delle persone con le quali hanno un rapporto più stretto. Ad esempio, come rivela l’indagine, il 12% degli utenti italiani (il 24% a livello globale) dice che i propri dati personali o le informazioni sulla propria famiglia sono diventati di dominio pubblico senza il loro consenso. Questi eventi spingono gli utenti a esprimere in modo chiaro come e dove conservare i loro dati personali, per impedire che vengano visualizzati o utilizzati da terzi che non ne hanno l’autorizzazione.

Inoltre, un’elevata percentuale di italiani adotta misure aggiuntive durante la navigazione in internet per nascondere le proprie informazioni ai criminali informatici (43%), ai gestori dei siti web che visita (36%) e ad altri utenti che accedono allo stesso dispositivo (24%). E alcuni utenti sono restii a conservare le informazioni personali sui propri dispositivi. Ad esempio, secondo il rapporto il 15% degli italiani afferma di essere preoccupato anche per i dati personali raccolti dalle app installate sui dispositivi mobili contro il 21% a livello globale.

In generale, gli intervistati hanno la percezione di non avere più il controllo di dove vengono conservati i loro dati e sono consapevoli dei rischi connessi alla condivisione delle informazioni personali. Di conseguenza, non vogliono che vengano utilizzati da terzi a propria insaputa.

“La propria impronta digitale – sottolinea Morten Lehn, General Manager Italy di Kaspersky – può essere controllata in molti modi. Sapere con chi si condividono i dati personali e capire come possono essere utilizzati è uno di questi. Tutto ciò che viene caricato su internet può rimanere accessibile al pubblico per un lungo periodo di tempo, a meno che non si intraprendano azioni mirate a proteggerlo. Capire come conservare in modo sicuro i dati personali su internet e gestire in modo efficiente l’archivio dei dati è un punto di partenza verso una esperienza online positiva, che migliora la propria reputazione personale e non pregiudica opportunità future».

Gli esperti di Kaspersky consigliano una serie di strategie per mantenere il controllo sui propri dati personali: innanzitutto tenere un elenco dei propri account online per avere una panoramica completa dei servizi e dei siti web che potrebbero conservare le informazioni personali. Poi utilizzare degli strumenti, commerciali od Open Source, per l‘impostazione su “privato” dei propri social media, rendendo più difficile per le terze parti poter raccogliere le informazioni personali degli utenti. Infine, installare strumenti di protezione che possano notificare sia i possibili rischi legati alle autorizzazioni che funzioni di “do not track” per impedire di essere involontariamente tracciati e monitorati.

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