LA NOMINA

Google, Marian Croak a capo della ricerca sull’intelligenza artificiale

La manager ha al suo attivo più di 200 brevetti. Sarà a capo di dieci team, compreso quello composto da 12 scienziati impegnati a studiare le implicazioni etiche dell’automazione e dell’AI

Pubblicato il 19 Feb 2021

A. S.

croak

Google ha nominato Marian Croak, vicepresidente dell’azienda negli ultimi sei anni, a coordinare la ricerca di BigG nel campo dell’intelligenza artificiale. Tra le sfida che la manager ha affrontato negli ultimi anni c’è quella di aver guidato per l’azienda lo sviluppo del wi-fi pubblico in India. Croak ha all’attivo nella sua carriera di scienziata più di 200 brevetti a suo nome, è uno dei pionieri della tecnologia Voip e ha messo a punto la tecnologia che consente di effettuare donazioni alle campagne di solidarietà in sicurezza tramite Sms, tecnologia che fu messa in campo per la prima volta in occasione dell’uragano Katrina. Ora nel suo nuovo ruolo Marian Croak dovrà affrontare la sfida di massimizzare gli impatti positivi degli studi di Google sulle applicazioni dell’Intelligenza artificiale, guidando dieci team di cui uno, composto da una dozzina di scienziati, sarà occupato soltanto a studiare le implicazioni etiche dell’automatizzazione e dell’AI.

“Sono entusiasta di poter valorizzare i brillanti talenti che abbiamo in azienda e che stanno lavorando su questi progetti – aveva detto Croak a Sepi Hejazi Moghadam, research senior program manager di Google, sul blog aziendale – Dobbiamo essere sicuri di avere i framework, i software e le best practice messi a punto dai ricercatori e dagli ingegneri per poter dire con orgoglio che i nostri sistemi si comportino nel modo migliore. Sono felice di supportare i team impegnati sia nella ricerca pure sia in quella applicata, peerché entrambe hanno un grande valore e sono assolutamente necessarie per assicurare che la tecnologia abbia un impatto positivo sulla società”.

La decisione arriva dopo che Google aveva allontanato a dicembre Timnit Gebru, che era alla guida dell’ “ethical Ai” della società: a motivare la decisione, secondo molti dipendenti, il fatto che lo scienziato avesse contestato l’orientamento dell’azienda.

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