IL CASO

Privacy, lo Stato di New York indaga su Facebook

Dopo le rivelazioni del Wsj, il governatore Andrew Cuomo ha commissionato un’inchiesta sul presunto accesso della piattaforma ai dati sensibili degli utenti. Anche su account “spenti”

Pubblicato il 25 Feb 2019

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Una nuova grana per Facebook sul fronte della privacy. Stavolta il gruppo di Mark Zuckerberg dovrà affrontare l’indagine disposta la settimana scorsa dal governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo sul presunto accesso della piattaforma a dati sensibili contenuti nelle mobile app presenti sui telefoni degli iscritti. L’input è arrivato da un servizio del Wall Street Journal, secondo il quale, per l’appunto, un test condotto sul social network dimostrerebbe che Facebook raccoglie informazioni personali da altre applicazioni anche quando non in uso e persino in assenza di un account attivo.

Cuomo – che a gennaio aveva intrapreso un’azione contro Apple per un bug di Facetime che permette di ascoltare le conversazioni di chi non ha accettato una videochiamata – ha così mobilitato due agenzie di Stato per fare luce sul caso. Secondo il report del Wsj, l’accesso ai dati riguarderebbe anche record come perso, pressione del sangue e stato del ciclo mestruale. Un “oltraggioso abuso della privacy”, ha commentato Cuomo. Facebook ha risposto che assisterà gli agenti governativi nelle indagini, evidenziando però che il servizio del Wall Street Journal si focalizzava sul modo in cui altre applicazioni utilizzano i dati degli utenti per creare pubblicità. “Come è stato riportato, noi richiediamo agli sviluppatori delle altre app che siano chiari con i loro utenti sulle informazioni che condividono con la piattaforma”, ha scritto la società, “e proibiamo l’invio di dati sensibili. Il nostro impegno sta anche nell’identificare e rimuovere dati che non dovrebbero essere condivisi”.

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