L'OSSERVATORIO DOXA

Shopping online, la second hand economy italiana vale 9,3 miliardi

In forte aumento la spesa per l’usato: in un solo anno balzo di oltre il 30%. Lombardia in pole position nazionale, Sicilia prima regione del Sud. Auto, articoli sportivi e telefonia i settori più gettonati

Pubblicato il 02 Mag 2018

Giorgia Pacino

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Gli italiani comprano sempre più di seconda mano, meglio se online. Il mercato dell’usato nel 2017 ha raggiunto la cifra di 21 miliardi di euro, pari a circa l’1,2% del Pil. Di questi, 9,3 miliardi arrivano dagli acquisti online. È quanto rileva la quarta edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy, condotto da Doxa per la piattaforma di compravendita online Subito.

Dal 2014 il volume d’affari del settore è aumentato del 72%. A trainare la crescita sono proprio le vendite e gli acquisti realizzati online, il 31% in più rispetto all’anno precedente. Gli utenti premiano velocità e semplicità nell’accesso ai beni, tanto che Internet e app restano il canale privilegiato per chi vende. A essere cedute sono soprattutto automobili, attrezzature sportive e telefonia, mentre si comprano oggetti d’arredamento, casalinghi e libri.

In media chi ha venduto beni usati online ha guadagnato 1.030 euro all’anno. Un tesoretto da reinvestire nell’economia domestica (40%) o nell’acquisto del modello successivo di nuova generazione (25%). Oltre alla voglia di liberarsi del superfluo (55%), tra le ragioni che spingono alla vendita c’è proprio il desiderio di comprare altri beni nuovi o usati (21%) e la prospettiva di un guadagno (19%). Tutte motivazioni che attirano in particolare i cittadini della Lombardia, prima regione per valore degli scambi con un ammontare di 3,4 miliardi di euro. Seguono la Toscana con 2,8 miliardi, l’Emilia Romagna con 2,3 miliardi e la Sicilia, prima regione del Sud con 1,5 miliardi di valore generato.

“La second hand è oggi un vero e proprio state of mind integrato nelle abitudini di consumo e di vita delle persone, in grado di rappresentare valori ed esigenze di una generazione dinamica e consapevole in crescita nel nostro Paese”, osserva Melany Libraro, ceo di Schibsted Italy (Subito, InfoJobs e Pagomeno). “Penso in particolare ai Millennials, più attivi nella compravendita dell’usato rispetto alla media della popolazione: ciò che guida la scelta è l’oggetto in sé, nuovo o usato poco importa. Oltre che nativi digitali, potremmo definirli nativi second hand”. Il 59% dei Millennials compra usato, contro il 48% della media nazionale. I giovani sono anche più attenti alla sostenibilità ambientale, promuovendo il riutilizzo degli oggetti. Sono poi più propensi a mixare nuovo e usato nei loro acquisti e tendono a voler dare una “seconda vita” ai loro beni.

Secondo le previsioni dell’Osservatorio, l’economia dell’usato è destinata a crescere del 75% nei prossimi 5 anni. Diventando un canale abituale di compravendita, percepito come una scelta sostenibile e smart.

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