ELEZIONI EUROPEE

Fake news, tagliola di Facebook: in Italia chiuse 23 pagine

Veicolavano notizie false contro migranti e vaccini: la metà era a sostegno di Lega e 5 Stelle. I leader dei due partiti chiariscono: “Non erano gestite da noi”. La decisione sulla base di un report inviato dalla Ong Avaaz

Pubblicato il 13 Mag 2019

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Facebook ha chiuso 23 pagine social italiane con oltre 2,46 milioni di follower che condividevano fake news contro i migranti, contro i vaccini nonchè messaggi antisemiti; oltre la metà di queste pagine erano a sostegno di Lega e 5 Stelle.

La decisione di Facebook a seguito di del movimento cittadino Avaaz. “Ringraziamo Avaaz – afferma un portavoce di Fb – per aver condiviso le ricerche affinché potessimo indagare. Siamo impegnati nel proteggere l’integrità delle elezioni nell’Ue e in tutto il mondo”.

“Abbiamo rimosso una serie di account falsi e duplicati che violavano le nostre policy in tema di autenticità, così come diverse pagine che hanno effettuato il cambio di nome – assicura Fb – Abbiamo inoltre preso provvedimenti contro alcune pagine che hanno ripetutamente diffuso disinformazione. Adotteremo ulteriori misure nel caso dovessimo riscontrare altre violazioni”.

Le 23 pagine chiuse, afferma Avaaz nel report inviato al social, “avevano in totale più follower delle pagine ufficiali di Lega (506mila follower) e Movimento 5 Stelle (1,4 milioni follower) messe insieme. Avevano inoltre generato oltre 2,44 milioni di interazioni negli ultimi 3 mesi”.

Facebook ha agito dopo che Avaaz ha segnalato numerose violazioni delle Condizioni d’Uso della piattaforma, come cambi di nome che hanno trasformato pagine non politiche in pagine politiche o partitiche, l’uso di profili falsi, contenuti d’odio. La pagina più attiva, rende noto Avaaz, era “Vogliamo il movimento 5 stelle al governo”, una pagina non ufficiale a sostegno del Movimento 5 Stelle. Un esempio di fake news condivisa dalla pagina, rileva Avaaz, “è la falsa citazione attribuita allo scrittore e giornalista anti-mafia Roberto Saviano, secondo la quale avrebbe detto che avrebbe ‘preferito salvare i migranti che le vittime italiane dei terremoti’.  Non l’aveva mai detto, ma è stato obbligato a negarlo pubblicamente”.

La più attiva pagina a sostegno della Lega tra quelle chiuse, invece, è “Lega Salvini Premier Santa Teresa di Riva”: “è stata quella – precisa il movimento cittadino – che di recente ha maggiormente condiviso un video che mostrava migranti intenti a distruggere una macchina dei carabinieri. Il video, che ha quasi 10 milioni di visualizzazioni, è in realtà una scena di un film e la bufala è stata smascherata molte volte negli anni, ma continua ad essere condiviso”.

I chiarimenti dei leader di Lega e 5 Stelle sono arrivati a stretto giro. “Noi non abbiamo notizie di pagine del Movimento Cinque Stelle, che gestiamo noi, chiuse – ha puntualizzato Luigi Di Maio – Per quanto mi riguarda – ha aggiunto – il tema delle fake news è un tema molto ampio: le più grandi fake news che mi hanno colpito e per le quali adesso ci sono dei contenziosi in sede di Tribunale, spesso partivano da siti on line di testate giornalistiche autorevoli e poi si diffondevano on line e diventano fake news virali. Ma bene” la chiusura “se c’erano delle pagine che inneggiavano all’odio, alla violenza o se diffondevano notizie non vere, ma non sono nostre, nel senso che non sono gestite dal Movimento”.

Matteo Salvini, dal canto suo, ha puntualizzato: “Facebook fa il suo mestiere. A me interessa che le elezioni siano limpide e trasparenti. Di fake news ce ne sono tante anche sulle tv e i giornali ufficiali”.

La battaglia di contro le fake news di Avaaz prosegue. L’organizzazione ha identificato altre 80 pagine e gruppi che sono ancora online e chiede che Facebook verifichi con urgenza, e agisca in linea con le sue stesse regole per ridurre la portata della disinformazione di tali gruppi e pagine.

“Tutto questo è l’ennesima prova che esistono reti che condividono disinformazione e notizie false allo scopo di alimentare odio e divisioni, proprio in vista delle elezioni europee – spiega Christoph Schott, direttore della campagna di Avaaz –  Facebook ha fatto un buon lavoro nel chiudere queste pagine, ma il fatto che un’azienda multi-miliardaria debba appoggiarsi a un’inchiesta finanziata dal basso di Avaaz per difendere la democrazia in Europa la dice lunga. Facebook deve fare di più, e deve farlo con urgenza”.

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