CONCORRENZA

Jack Ma alle aziende Usa: “La Cina non è impenetrabile.: state sbagliando strategia”

Gli Usa accusano Pechino di protezionismo, ma il numero uno di Alibaba replica: “Mandate gente con spirito imprenditoriale, non manager. E osservate le nostre leggi”

Pubblicato il 06 Dic 2017

patrizia licata

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La Cina non è un mercato chiuso alle imprese straniere: sono le imprese straniere che non adottano l’approccio giusto per conquistare il mercato della Cina. A dirlo è Jack Ma, il miliardario fondatore e Ceo del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba. “Diedi un consiglio a Jeff Bezos di Amazon dieci anni fa: devi mandare qui persone con spirito imprenditoriale, non manager professionisti. Fare affari in un altro paese è difficile, non vale solo per la Cina”, ha detto Ma intervenendo all’annuale World Internet Conference in Cina.

Come riporta il Wall Street Journal, l’evento è un’occasione per Pechino per ribadire a una platea internazionale il punto di vista del governo sullo sviluppo di Internet e le tecnologie collegate ed è sponsorizzato dalla Cyberspace Administration of China, che si occupa della censura su Internet. L’ente blocca ad esempio alcuni social network occidentali, tra cui Facebook, e di recente ha costretto Apple a rimuovere dal suo negozio di applicazioni alcuni programmi che permettevano di aggirare la censura cinese.

“Le aziende americane devono essere pronte a rispettare le regole della Cina e avere pazienza”, ha detto Jack Ma. Ci sono esempi di aziende statunitensi che hanno avuto successo in Cina, come Microsoft o Coca-Cola, ha osservato il patron di Alibaba; in totale forse non si arriva nemmeno a cinque, ma, ha continuato Ma: “Non ci sono nemmeno cinque imprese cinesi o asiatiche che hanno avuto successo in America. Ci vuole tempo per sfondare in un paese straniero”.

No, il tempo non è il problema, replica Kenneth Jarrett, presidente dell’American Chamber of Commerce a Shanghai, perché le aziende degli Stati Uniti cercano da anni di entrare sul mercato cinese, mentre quelle cinesi hanno fatto il loro ingresso solo di recente sul mercato Usa. Le aziende americane si sono lamentate con il loro Office of the United States Trade Representative perché per fare affari in Cina sono costrette a cedere i propri segreti industriali e tecnologie ad alto valore.

Pechino respinge queste accuse, anzi, le considera una provocazione senza fondamento che potrebbe minare i rapporti commerciali tra Usa e Cina. Un rischio che le aziende americane preferirebbero evitare: alla World Internet Conference cinese hanno partecipato anche il Ceo di Alphabet Sundar Pichai, il Ceo di Apple Tim Cook, il vice presidente di Facebook Vaughan Smith e uno dei vice president senior di eBay, RJ Pittman. Emblematiche le sue parole: “Stiamo cercando di crescere in Cina da anni. Non si può correre: è un processo che richiede molto tempo”.

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