ANTEPRIMA CORCOM

Desi 2021, l’Europa rimanda a ottobre la classifica della digitalizzazione

L’edizione annuale in ritardo “anomalo”. Il delay potrebbe essere dovuto a un cambio dei parametri di valutazione tenendo in considerazione anche gli impatti della pandemia sull’evoluzione dello scenario. Per l’Italia balzo in avanti?

Pubblicato il 10 Ago 2021

desi-main_graph-page_0

Che fine ha fatto il Desi? Come mai rispetto agli altri anni l’edizione 2021 è ancora nel cassetto della Commissione europea? “We are currently expecting the Desi 2021 to be ready to be published in October”: questa la risposta inviata a CorCom dalla Commissione Ue su richiesta di chiarimenti in merito alla pubblicazione del report.

Il ritardo è consistente e “anomalo”: il Desi viene pubblicato “da tradizione” prima dell’estate, ma quest’anno tutto slitta all’autunno. E a giudicare dalla risposta dell’Europa sulla data non ci sono ancora certezze.

Secondo quanto risulta a CorCom fra le motivazioni dello slittamento dell’Indice che mappa lo stato della digitalizzazione dell’economia dei singoli Paesi Ue e che genera la classifica continentale, ci sarebbe un cambio dei parametri di valutazione. Modifiche che potrebbero peraltro sortire sorprese sull’effettivo posizionamento dei singoli Paesi nella classifica generale.

Lo scorso anno l’Italia si è piazzata al 25mo posto su 28: il nostro Paese era risultato terzo alla voce 5G ma sul fronte della banda ultralarga fissa si aggiudicò la 17ma posizione. Ma a penalizzarci maggiormente nella classifica generale – al punto da farci precipitare in coda – le competenze digitali: su questo fronte l’Italia si è piazzata all’ultimo posto e anche sul fronte della digitalizzazione delle imprese e dell’uso dei servizi pubblici digitali non eravamo messi bene.

Il Covid 19 certamente ha impresso un’accelerazione al digitale, in particolare nel nostro Paese, che forse potrebbe averci fatto recuperare qualche posizione sul fronte dell’infrastrutturazione delle reti fisse e dell’uso delle piattaforme digitali nelle imprese e nella PA, complice il ricorso massiccio allo smart working e alla didattica a distanza. Secondo le stime messe nero su bianco nel report Censis-Centro Studi Tim, la maggiore digitalizzazione degli italiani e l’uso più intenso dei servizi digitali registrato durante il lockdown potrebbero aver fatto recuperare all’Italia ben sei posizioni nel Desi.

Ma in quanto alle competenze invertire la rotta richiede molto più tempo, dunque è da escludersi un avanzamento “sorprendente” in questa specifica area. La questione del gap di competenze non riguarda solo il nostro Paese e non a caso l’Europa ha deciso di procedere con una strategia strutturata attraverso il Piano d’azione per l’istruzione digitale 2021-2027 che punta a promuovere lo sviluppo di un ecosistema altamente efficiente di istruzione digitale e a migliorare le competenze e le abilità digitali per la trasformazione digitale.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 3