IL SONDAGGIO

Innovazione e new skills, le imprese italiane ne hanno bisogno ma faticano a trasformarsi

Secondo i dati raccolti da FondItalia 2018, il 57% delle imprese tricolori ritiene che innovare sia l’unica via per competere nel mercato del lavoro. E per il 40% è fondamentale anche per aumentare produttività e fatturato. Ma la fiducia diffusa combacia ancora poco con le azioni concrete

Pubblicato il 15 Mag 2018

Giorgia Pacino

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Il mondo del lavoro ha voglia di innovare, ma meno del 40% delle imprese lo fa in modo costante. È quanto emerge dai risultati del sondaggio FondItalia 2018. Le aziende italiane avvertono il bisogno di innovazione e formazione del personale, ma si dicono ancora lontane dall’obiettivo.

Al sondaggio, realizzato in collaborazione con ExpoTraining ed ExpoLavoro&Sicurezza, hanno preso parte oltre mille persone, tra consulenti, imprenditori ed esperti di comunicazione. Il 57% di loro ritiene che innovare sia l’unica via per competere nel mercato del lavoro nazionale e internazionale. Per il 40% è fondamentale anche per aumentare produttività e fatturato. Pochi gli scettici, convinti che sia solo un costo per l’impresa o una trovata per automatizzare il lavoro e ridurre il personale.

La fiducia nell’innovazione è diffusa, ma non viene tradotta in misure concrete. Solo la metà del campione riconosce che la propria azienda innova costantemente (37,39%) o almeno ogni anno (15,65%). L’altra metà ammette che accade solo ogni 2-3 anni (13,04%), ogni 5 anni (5,22%), raramente (21,74%) o addirittura mai (6,96%). Quando succede, per l’80% occorre anche incrementare le competenze dei lavoratori.

La temuta robotica, pronta a soppiantare la componente umana, non è più considerata una minaccia. Le risorse umane, al contrario, sanno di aver bisogno di trasformarsi e acquisire nuove competenze. Tra le più utili, il marketing digitale (per il 49%), la gestione dei social (15%) e l’e-commerce (per il 7%). Nelle aziende italiane c’è ancora poca informazione sulle opportunità offerte al mondo dell’impresa. Come il Piano Industria 4.0, che ha messo a disposizione 13 miliardi di euro dal 2017 al 2020 per sostenere le aziende italiane nel processo di digitalizzazione e robotizzazione dei sistemi produttivi. Un quarto del campione non ne ha mai sentito parlare. Ancora una volta sono gli enti di formazione (per il 26,32%) e le associazioni di impresa (per il 25,44%) i soggetti considerati più affidabili nel sostegno all’impresa.

“Enti di formazione, rappresentanze di imprese e lavoratori, Fondi Interprofessionali possono fare molto per sostenere le imprese di fronte a questo grande mutamento di scenari di cui è stata compresa la portata ma che si fatica ancora ad affrontare”, sottolineano Francesco Franco ed Egidio Sangue, presidente e vice presidente di FondItalia. “La rivoluzione tecnologica e industriale a cui stiamo assistendo in questi decenni, oltre a essere compresa ed interpretata, va anche accompagnata con mezzi e modi consoni”.

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