SPETTRO RADIO

Asta 5G, ecco le frequenze più ambite: millimetriche già pronte per l’uso

Ultimi fuochi prima dell’avvio della gara da 2,5 miliardi. In lizza gli operatori Tlc per aggiudicarsi le licenze fino al 2037 dello spettro radio che farà da autostrada per i servizi del futuro

Pubblicato il 03 Set 2018

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Ultimi fuochi prima dell’asta 5G. Telecom Italia, Fastweb, Vodafone Italia, Wind 3, Linkem e Open Fiber si schierano per aggiudicarsi le licenze fino al 2037 delle “autostrade dell’etere” che serviranno a realizzare le prime reti 5G.

Un’asta faraonica: per la prima volta in Europa viene realizzata una gara “multibanda”: in ballo 1.275 Mhz di spettro radio nelle “bande pioniere”, considerate dalla Ue il top per il 5G. Ma è una “prima” anche per il tipo di frequenze: debuttano in un’asta le “millimetriche” che vengono considerate adatte ad aree ad elevata densità di rete che richiedono grossi volumi di dati. Inciso: anche Iliad partecipa, ma senza gara: è l’unico nuovo entrante cui viene riservato un “posto” nella 700 Mhz.

Primo giorno di asta il 13 settembre. Sono 2,5 miliardi gli incassi stimati, di cui metà subito quest’anno: ma la speranza è che la cifra lieviti ben oltre i 3 nel corso dei rilanci. Entro il 10 settembre gli operatori devono presentare la propria offerta economica sulla base degli importi minimi di aggiudicazione previsti nell’avviso di gara e nel relativo disciplinare.

L’asta multibanda ha una sua ragione: garantisce la continuità alle sperimentazioni 5G avviate nelle città “pilota” e consente alle Tlc di selezionare al meglio l’insieme di frequenze delle quali avranno bisogno per realizzare nel modo più efficiente le proprie reti 5G.

Tre le bande coinvolte: quella “millimetrica” dei 26 Ghz (275 MHz di spettro), quella a 3,7 Ghz (200 MHz) e infine la 700 Mhz (75 MHz). Tutte frequenze con caratteristiche diverse e complementari in termini di copertura, penetrazione e capacità che dovranno essere assemblate in modo ottimale.

Le bande non saranno disponibili da subito: la 3.6-3.8 GHz così come la 26,5-27,5 Ghz si liberano dal 2019 (la banda 3.4-3.6 non è ora utilizzabile in quanto 74MHz sono nella disponibilità della Difesa e le licenze per i rimanenti 124 MHz sono state prorogate fino al 2029). La 700 Mhz si libererà più tardi delle altre – nel 2022 – ma viene considerata la più preziosa, di un valore superiore del 10% a quella 800 Mhz: serve a garantire un’ampia copertura territoriale, anche indoor, mentre le frequenze più elevate garantiscono velocità di vari gigabit al secondo. L’importo minimo richiesto per ogni lotto della 700 Mhz è il più elevato – 337 milioni – contro i 158 di ogni lotto della 3,7 Ghz e i 32 milioni della 26 Ghz.

La banda 26 Ghz ha un doppio vantaggio. A differenza della 700 Mhz è libera (quasi) da subito. Ma soprattutto è già “pronta per l’uso” del 5G. Nel mondo sono le millimetriche quelle utilizzate per rodare i primi servizi 5G: field test già effettuati, problemi visti e risolti, software già “messo su strada”. Per esempio negli Usa Verizon sta facendo test sulla banda 28 Ghz (l’asta per le licenze di queste frequenze è prevista per il 14 novembre). L’azienda sta concentrandosi sul futuro business 5G ed ha già annunciato i nomi delle 4 città in cui verranno lanciati i primi servizi entro la fine dell’anno. La soluzione a banda larga “fissa senza fili” di Verizon, che promette velocità fino a 1 Gigabit al secondo, sarà il suo primo servizio 5G.

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