LA DECISIONE

Facebook alza la paga dei moderatori: 3 dollari in più all’ora

Si sale a 18 dollari al momento però solo per chi lavora negli Usa. Il mestiere di moderatore considerato fra i più stressanti dell’era social: si è esposti a hate speech e fake news per tutto il giorno

Pubblicato il 15 Mag 2019

Antonio Dini

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È considerato fra i lavori più logoranti di sempre. E, come spesso accade in questi casi, è anche pagato pochissimo. Adesso però arriva un aumento – non tantissimo, tre dollari in più all’ora – per il popolo dei moderatori di Facebook. Per adesso solo negli Usa, ma forse Mark Zuckerberg lo estenderà anche in altri paesi dove il servizio è attivo.

I moderatori, alcune migliaia di persone soltanto negli Usa, vengono pagati 15 dollari all’ora per occuparsi di filtrare manualmente i contenuti che vengono caricati sul social network: un flusso continuo di violenze e contenuti fastidiosi e stranianti, che i moderatori devono seguire per ore e ore al giorno, fino ad avere problemi di nervi.

È, secondo la rivista online americana The Verge che per prima si è occupata del fenomeno, una vera e propria sindrome paragonabile a quella dei reduci di guerra, tormentati dall’orrore e dalla violenza di quel che hanno visto nelle zone dei combattimenti. Nel caso dei moderatori di Facebook, che non sono dipendenti ma semplici collaboratori pagati a cottimo, si tratta di una zona di guerra magari nel salotto di casa propria o nel tinello, dove la sporcizia, la violenza e l’immondizia caricate da persone disturbate in tutto il pianeta, vengono guardate, analizzate, segnalate e se del caso eliminate.

Facebook ha dichiarato che aumenterà il pagamento su base oraria, come detto, passando da 15 a 18 dollari all’ora (da 13,3 a 16 euro l’ora) perché il costo della vita aumenta, soprattutto nelle grandi città, e le persone che lavorano per il social network devono soddisfare bisogni sempre più costosi, come il resto della popolazione. Inoltre, Facebook è al lavoro per cercare di capire come fare a portare questo aumento anche in altre geografie dove è presente il servizio di moderazione effettuato da persone (ovviamente, tutti non dipendenti dell’azienda).

“Oggi – ha dichiarato Facebook – ci stiamo impegnando a pagare a tutti coloro che hanno un contratto su Facebook negli Stati Uniti uno stipendio più in sintonia con il costo locale della vita. E in particolare per coloro che esaminano i contenuti del nostro sito per assicurarsi che segua gli standard della nostra community, andremo ancora oltre. Forniremo loro un salario di base più alto, ulteriori benefici e programmi di supporto migliori, data la natura logorante del loro lavoro”.

Nelle aree metropolitane americane dove gli indicatori del costo della vita sono particolarmente alto, il rialzo si aggiunge a stipendi già elevati: chi lavora a Seattle passa da 18 a 20 dollari all’ora, chi invece sta nella Bay Area, a New York o a Washington DC prenderà da 20 a 22 dollari all’ora.

A febbraio, The Verge aveva pubblicato la notizia che i collaboratori esterni di Facebook a Phoenix soffrivano di problemi di salute mentale a lungo termine dopo aver lavorato come moderatori dei contenuti. Il loro lavoro – spiegava The Verge – richiede infatti di vedere un flusso costante di contenuti violenti e inquietanti, e diversi moderatori hanno detto di essersi trovati a lottare contro sintomi simili a quelli della sindrome da stress post traumatico. Altri moderatori hanno detto a The Verge che il lavoro li aveva resi più propensi a credere nelle teorie cospirative che incontravano ogni giorno al lavoro.

In risposta, Facebook ha affermato che ora richiede ai propri fornitori di servizi di dare una forma di consulenza psicologica durante le ore di lavoro per tutti i collaboratori, e non più solo per il turno diurno. Verranno avviati inoltre anche dei monitoraggi sulla salute mentale degli appaltatori due volte l’anno al fine anche – ha dichiarato Facebook – di usare i risultati per modellare i programmi e le pratiche di lavoro.

I moderatori inoltre potranno sfocare le immagini più violente per impostazione predefinita prima di visualizzarle, in modo che da non essere colti di sorpresa da contenuti inappropriati. “La revisione dei contenuti in una azienda delle nostre dimensioni – ha dichiarato Facebook – può essere difficile e sappiamo che abbiamo ancora molto lavoro da fare. Ci impegniamo a supportare i nostri moderatori dei contenuti in modo che venga messo al primo posto il loro benessere”.

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