RINASCIMENTO DIGITALE

L’appello di Csit al Governo: “Serve un Piano Economia 4.0”

Il presidente Marco Decio: “Occorrono interventi organici, strutturali e trasversali, per lanciare un’ulteriore spinta alla digitalizzazione dell’economia Paese, al risparmio dei consumi e all’ottimizzazione delle risorse e del loro impiego”

Pubblicato il 12 Lug 2019

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“Tanti passi in avanti ma è ancora lunga la strada da percorrere e bisogna passare da un processo di lenta crescita evolutiva ad un salto in avanti, un cambio disruptive”: questo l’appello di Marco Decio, Presidente Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici a conclusione della due giorni “Rinascimento Digitale” organizzata dall’associazione insieme con Confindustria Vicenza.

“Anche quest’anno, abbiamo voluto raccogliere i nostri territori ed aprire un confronto interno allargato alle Associazioni di settore verticali della Federazione. Con l’obiettivo di analizzare la situazione del mercato, le politiche attive per il digitale, le strategie Paese e fare un confronto, tracciare l’andamento. Se guardiamo ai numeri l’ultima rilevazione dell’European Digital Innovation Index 2019 ci posiziona ancora al 24 posto nella classifica dei 28 paesi. Un dato che, nonostante gli sforzi del Paese, della politica, delle istituzioni, delle imprese e della comunità scientifica rimane allarmante. Anche la situazione dei mercati non è rosea. Le Pmi faticano troppo a guadagnarsi spazi e con fatica riescono a mantenerli, tra  competitor internazionali di grandi dimensioni e le imprese pubbliche che impropriamente invadono spazi del privato. Questo significa che nonostante gli sforzi, manca una strategia organica di riforme del nostro Sistema Paese, che consenta al Paese di correre in un clima di sana concorrenza”.

Da qui la sfida ad un nuovo Rinascimento Digitale, un salto di qualità profondo che non è solo legato alla pura tecnologia. “Se aggiungiamo microchip alle macchine e agli impianti – sottolinea Decio – non abbiamo fatto rivoluzione digitale abbiamo adeguato le vecchie tecnologie, pura sostituzione tecnologica. Il vero salto è culturale, organizzativo, di integrazione e, poi, di competenze e qualità del capitale umano. Dobbiamo creare un vero e proprio ecosistema inserito in una visione olistica: digitale trasversale in tutte le funzioni, in tutte le task, in tutti i settori, nel privato e nel pubblico per generare industrie ancor più competitive sui mercati mondiali e nuovi servizi a valore aggiunto che preservino l’ambiente, valorizzino l’economia circolare, con risultati tangibili in termini sociali, di benessere per il cittadino, di migliore funzionalità per l’Impresa e per la Pubblica Amministrazione”.

Secondo il Presidente di Csit serve forte accelerazione per competere nei mercati internazionali “che significa lavorare su nuovi servizi, nuovi modelli di business per le Pmi, piattaforme digitali cross, che consentano di governare l’intera filiera dei processi operativi, personalizzazione spinta e customizzazione, nuove soluzioni per raggiungere mercati vicini e lontani ma sicuramente fuori dai nostri confini. Valorizzando le forti competenze e la ricchezza di prodotti Made in Italy”.

Al Governo va quindi l’appello dell’associazione: “ Servono interventi organici, strutturali e trasversali, per lanciare un’ulteriore spinta alla digitalizzazione dell’economia Paese, al risparmio dei consumi e ottimizzazione delle risorse e del loro impiego, innovando per creare un “ecosistema dell’innovazione digitale” che valorizzi “sistemi, processi, risorse, organizzazione”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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