IL CASO

Ftth, Perugia città “modello”: Open Fiber vicina al traguardo di copertura 100%

E’ stato il primo Comune a dare il via all’avventura nazionale dell’azienda capitanata da Elisabetta Ripa. E in appena un anno è diventata una case history di successo. I risultati ottenuti in termini di servizi e connessioni hanno sortito un rialzo degli obiettivi iniziali di copertura. Ora si punta a replicare in altre città

Pubblicato il 25 Giu 2018

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Circa 65mila unità immobiliari cablate e 700 km di fibra in modalità to-the-home (Ftth). Ma soprattutto quasi 8000 utenti attivi. Sono passati due annui – era il 25 maggio del 2016 – da quando il Comune di Perugia e Open Fiber, firmavano la prima convenzione per la posa della fibra ottica sull’intero territorio comunale. Il progetto – che prevedeva il cablaggio dell’80% della città umbra per portare connessioni a 1 Gb a cittadini e imprese – è stato completato già da un anno. Ma il successo dell’operazione ha spinto l’amministrazione comunale a “rilanciare” la roadmap per arrivare al 100% di copertura.

Perugia dunque passa alla storia di Open Fiber non solo per aver dato il via ai lavori del maxi-piano che punta a cablare 271 comuni italiani e a portare le reti di nuova generazione nelle aeree bianche del Paese, quelle più periferiche, ma anche in qualità di “best practice” nazionale, un “caso” che rappresenta un successo vero in materia di ultrabroadband. Il tutto grazie ad un investimento di 20 milioni di euro e, soprattutto, alla lungimiranza dell’amministrazione pubblica locale che ha saputo intuire i benefici connessi all’infrastrutturazione di nuova generazione anticipando bisogni ed esigenze future in ottica smart city. “La copertura al 100% – annuncia Open Fiber a CorCom – è in fase di ultimazione”. Dunque la città può definirsi a tutti gli effetti una full-brodband city, anzi una Ftth-city. Una città all’avanguardia nonostante sia pre-romana e vanti un centro storico tanto suggestivo quanto difficile da cablare, a causa degli stringenti vincoli architettonici.

“Il primo punto, che è anche inserito nel nostro programma, era proprio quello della “Perugia ultradigitale” che potesse vantare strumenti abbastanza rari nel panorama non solo italiano ma anche europeo”, racconta il sindaco Andrea Romizi. “Abbiamo realizzato il progetto nel tempo record di un anno e Perugia si configura di fatto come la prima città cablata smart city d’Italia”, aggiunge Roberto Tognaccini, Responsabile Area Centro Network & Operations Open Fiber.

Dal controllo sulla qualità dell’aria alla tariffazione puntuale sui rifiuti, dalla videosorveglianza al wi-fi fino alla videocomunicazione per avviare sessioni di “dialogo” con cittadini e imprese per il disbrigo di molte pratiche: questi alcuni dei servizi resi disponibili grazie alla nuova infrastruttura in fibra e che hanno consentito “di avvicinare la Pubblica amministrazione al cittadino dando un senso pratico e compiuto a quello che è l’evoluzione digitale della città”, aggiunge Tognaccini ricordando che il progetto è stato portato avanti anche con il partner Cisco.

La disponibilità delle nuove reti ha consentito – ci tiene a puntualizzare il sindaco – anche a spingere alcune attività di business: “Le nuove reti consentono alle aziende di affacciarsi sul panorama globale. E oggi a Perugia abbiamo possibilità da fare invidia alle metropoli”.

Il “modello” Perugia sarà usato da Open Fiber anche in altre città – in particolare quelle più “storiche” ma non solo – proprio perché considerato un successo su tutti i fronti. Anche su quello del riuso delle infrastrutture preesistenti – cavidotti e palificate – che ha consentito di abbattere tempi di lavorazione e costi dell’opera e di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Dove possibile è stata inoltre utilizzata l’innovativa metodologia di scavo One Day Dig, che consente di posare la fibra ottica e ripristinare il manto stradale in poche ore. E per rispettare l’aspetto estetico e architettonico della città, sono stati progettati e realizzati appositamente degli armadi interrati per la fibra.

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