IL CASO

Retelit rischia multa fino a 500mila euro. Governo va avanti su golden power

Il Consiglio dei ministri ha disposto l’avvio del procedimento per l’eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria facendo seguito alla decisione del 7 giugno quando si deliberava l’esercizio deI poteri speciali. Ma l’azienda capitanata da Federico Protto è pronta a fare battaglia

Pubblicato il 13 Ago 2018

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Rischia una multa fino a 500mila euro l’operatore Retelit. Il Consiglio dei ministri ha infatti disposto “l’avvio del procedimento per l’eventuale irrogazione della sanzione pecuniaria” facendo seguito alla decisione del 7 giugno scorso quando si deliberava l’esercizio del Golden Power “mediante l’imposizione di prescrizioni e condizioni volte a salvaguardare le attività strategiche della società nel settore delle comunicazioni”.

Nel mirino la modifica della governance derivante dall’assemblea degli azionisti del 27 aprile 2018 durante la quale i tre investitori Bousval, Axion e Svm (Shareholder Value Management AG) avevano presentato una lista di maggioranza per il rinnovo del Cda contrapposta a quella di minoranza presentata da Fiber 4.0, la società che fa capo al finanziere Raffaele Mincione, azionista di minoranza di Retelit con l’8,975%. Della vicenda si era occupato, in qualità di avvocato, l’attuale premier Giuseppe Conte, che a metà maggio aveva scritto un parere legale per conto di Fiber 4.0 in cui si argomentava la violazione delle norme sul Golden Power.

Secondo l’azienda capitanata da Federico Protto la questione non avrebbe ragione di sussistere. Tant’è che è stato dato mandato ai propri legali di fare ricorso contro il provvedimento. Se il governo decidesse di arrivare fino in fondo la sanzione prevista è pari all’1% del fatturato, di qui la stima dei 500mila euro.

L’adozione del provvedimento – aveva puntualizzato la società a seguito del Cdm del 7 giugno – “non comporta in ogni caso per il Gruppo Retelit costi o investimenti sulla rete ulteriori rispetto a quelli già programmati nell’esercizio della propria attività, né mutamenti o restrizioni della strategia operativa e commerciale delineata nel piano industriale del Gruppo”. Puntualizzazione ribadita nel corso del cda del 13 giugno durante il quale l’azienda ha dato mandato ai propri legali di impugnare nelle competenti sedi giurisdizionali il ricorso del governo ai poteri speciali.

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