#TELCO4BUL

5G, Pogorel: “La partita si gioca sulle gare, serve un approccio più elastico”

Aziende ed esperti a confronto sull’uso più efficace dello spettro. Il professore dell’università Telecom Paris Tech: “Superare la contrapposizione tra l’esigenza di generare ricavi e coprire tutto il territorio”

Pubblicato il 12 Dic 2017

tavoldome

Sicurezza, reti intelligenti, nuovi servizi, ma anche un approccio più elastico all’assegnazione della banda per l’ultrabroadband mobile. Sono queste le parole d’ordine emerse durante la tavola rotonda “Le frequenze per il 5G e un uso più efficace dello spettro”, inserita nel convegno ‘Stati generali delle Telecomunicazioni – L’Italia alla svolta dell’ultrabroadband’, che si è tenuto oggi a Roma. A parlare di cyber security c’era Paolo Campoli, Senior Director, Head of Global SP Sales and Technical Operations di Cisco Italia. “La sicurezza annegata nelle funzioni di rete è l’unica cerniera per garantire lo sviluppo di un ambiente multicloud. Occorre un approccio pervasivo, con sistemi capaci di leggere i sintomi di potenziali minacce alla periferia del network, correlandoli e generando alert. Con l’IoT ogni punto di contatto è potenzialmente una sorgente di attacco, tanto che l’acronimo potrebbe essere sciolto in ‘Internet of Threats’. La rete deve perciò riconoscere i segnali di pericolo in ogni oggetto connesso e autoconfigurarsi per contrastarli. Anche nell’ottica di tenere il passo con gli OTT, non è più concepibile un’orchestrazione di tipo manuale”.

È proprio a un network di nuova generazione che sta lavorando Wind Tre. Dopo la fusione tra le due realtà la società è infatti impegnata nella realizzazione di un’infrastruttura resiliente e intelligente, 5G ready e predisposta per erogare i servizi di nuova generazione. Ne ha parlato Francesco Barletta, Head of Ict, Partnerships & Market Development, di Wind Tre. “Contestualmente allo swap dell’infrastruttura di rete, stiamo modernizzando anche il backbone in fibra per creare collegamenti tra le stazioni radio e superare le limitazioni delle precedenti tecnologie. L’innovazione riguarda anche la piattaforma dei (Pop) Point of Presence, ora gestita da software in modalità Sdn tramite vitual machine e Cloud di prossimità”. Barletta ha parlato di una rete isomorfa, ovvero capace di adattarsi ai vari use case che saranno implementati a partire dalle sperimentazioni 5G attivate su Prato e L’Aquila.

“Questa infrastruttura ci aiuterà a capire come aumentare l’equity delle nuove tecnologie e a creare ritorni sugli investimenti attraverso la definizione dei rapporti tra persone e oggetti l’analisi dei dati, da cui scaturiranno nuovi modelli di business e user experience innovative”.

Questa trasformazione potrà però avvenire solo se ci sarà un’ampia diffusione della rete 5G e un corretto approccio alla concorrenza. Questioni che si definiranno nei prossimi mesi, quando l’asta sulle frequenze stabilirà in quale misura i vari player entreranno in gioco. “Occorre una nuova visione in questo senso”, ha commentato Gerard Pogorel, Professore Emerito dell’università Telecom Paris Tech. “Senza trascendere nell’utopico, bisogna superare la tradizionale contrapposizione tra l’esigenza di generare ricavi e coprire tutto il territorio, comprese le aree a fallimento di mercato. Come sono riusciti per esempio a fare in Germania, dove premessa essenziale per accedere alle aree più profittevoli era l’impegno a infrastrutturare prima zone rurali”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati