IL PROGETTO

Debutta Diversity@Work, il videogame che promuove l’inclusione

Lanciato da Work Wide Women, il gioco cala l’utente in contesti reali per far riflettere su come stereotipi e pregiudizi possano modificare la produttività

Pubblicato il 14 Gen 2019

Diversity@Work_LOGO

Debutta il primo videogame per riflettere sui temi del Diversity&Inclusion. Lo ha lanciato la startup italiana Work Wide Women, da sempre in prima linea nella creazione di progetti volti all’inclusione sociale in azienda.

Etnia, genere, orientamento sessuale o religioso, disabilità, età: sono considerati elementi di coesione all’interno di un’azienda che sa stare al passo con il mondo, infatti sono sempre di più le realtà imprenditoriali italiane che hanno capito l’importanza di promuovere la ‘diversità’ e valorizzare l’inclusione.  In Italia, solo nel 2018, il 73% delle aziende di grandi dimensioni (secondo un recente sondaggio Istud) ha offerto ai propri dipendenti una formazione  manageriale volta alla sensibilizzazione sulle tematiche D&I.

In questo senso, Work Wide Women ha realizzato Diversity@Work, un’esperienza innovativa che cala il giocatore in contesti reali, per riflettere sulle reazioni a situazioni in cui ciascuno di noi può ritrovarsi e riconoscere come un’azione, spesso guidata da automatismi o da stereotipi, possa modificare le sorti della nostra produttività.

“Pensare in un’ottica di Diversity&Inclusion per un’azienda significa pensare in modo moderno, attuale e responsabile – spiega Linda Serra, ceo e Co-Founder di Work Wide Women – L’inclusione è un percorso imprescindibile per ogni realtà che intende crescere e rappresenta una vera e propria innovazione culturale, e come tale va accompagnata con strumenti adatti. La dimensione dell’Applied Game (videogame educativo) è adatta per astrarre determinate situazioni e riproporle in un ambiente neutro e non giudicante. In questo modo, è più semplice far emergere tutte quelle circostanze che, se gestite  in modo costruttivo e positivo, rappresentano sempre un arricchimento della persona, come singolo individuo e come membro di un team di lavoro”.

Diversity@Work non è un test o un assessment o una valutazione: è un videogioco il cui obiettivo è quello di far emergere le dinamiche discriminatorie implicite e favorire l’adozione di comportamenti inclusivi. In Diversity@Work viene garantito l’anonimato di chi gioca, proprio per assicurare l’autenticità delle risposte, perciò i valori che vengono forniti all’azienda sono dati aggregati.

Le mini storie rappresentate nel gioco sono tratte da casi reali, le scelte sono molto semplificate e funzionano su una logica binaria, che apre a situazioni diverse. Si misura l’impatto dei comportamenti e della comunicazione sul sistema a 4 livelli, dove le metriche ‘Management’, ‘Leadership’, ‘Clima’, ‘Team Skills’ evidenziano come ciascuna risposta modifichi l’ambiente in cui il giocatore agisce in quel momento. Le variazioni non sono tutte dello stesso segno, completamente positive o negative.

Ad esempio, una risposta può avere un impatto positivo sulla  variabile Management (perché è una risposta che in qualche modo gestisce il problema), ma nello stesso tempo un impatto nullo sulla variabile Clima, perché soddisfa le esigenze di alcuni, ma ne scontenta altri. E’ stato assegnato un valore positivo (1,2) alle risposte che aprono scenari di confronto guidati dall’attenzione al diversity management. Viceversa, i valori negativi sono stati assegnati alle risposte di chiusura o indifferenza alle diversità. Il valore 0 corrisponde alla non influenza e all’assenza di impatto sul diversity management.

Diversity@Work può essere uno strumento ad utilizzo del singolo o da utilizzare in gruppo, durante sessioni di gioco comune seguiti da follow-up guidati da una coach. I macro indicatori utilizzati per le metriche sono riferibili al primo documento dell’Unione Europea che propone una checklist per l’analisi del diversity management, pubblicato nel 2012 e successivamente aggiornato.

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