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5G, le telco: stop a burocrazia, roadmap differita e meno limiti elettrosmog

Queste le principali richieste degli operatori in audizione alla Commissione Politiche Ue del Senato sull’attuazione del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche previsto nel Ddl di delegazione europea. Molti i nodi da sciogliere. Sul piatto anche il tema della rete unica Tim-Open Fiber

Pubblicato il 05 Mag 2020

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Stop alla burocrazia, roadmap differita per le coperture territoriali e meno limiti elettrosmog: queste le principali richieste degli operatori di Tlc sul fronte 5G in audizione alla Commissione Politiche Ue del Senato sull’attuazione del Codice europeo delle comunicazioni elettroniche previsto nel Ddl di delegazione europea. Sul piatto anche il tema della rete unica Tim-Open Fiber nonché l’erogazione dei voucher per la banda ultralarga e anche la questione delle frequenze. Ecco le posizioni dei protagonisti

Tim: stop a vincoli burocratici per il 5G

“Come imprese abbiamo l’onere morale di aumentare gli investimenti appena usciti dall’emergenza Covid-19 e questi investimenti, come imprese nelle telecomunicazioni, sono ancora più necessari per la ripresa del paese. Credo che lo sviluppo delle reti 5G debba essere accelerato e incentivato”: lo ha detto Giovanni Moglia, Chief regulatory officer di Tim. “Chiediamo allo Stato che non ponga troppi vincoli burocratici che rallentino l’attività delle autorizzazioni degli investimenti per evitare che si inceppi tutta la filiera”. Il direttore Regulatory affairs di Tim ha poi aggiunto che l’Italia parte svantaggiata nei confronti degli altri Paesi a causa dei limiti elettromagnetici, molto inferiori ai limiti europei. “Siamo 5 o 6 volte sotto i limiti dei paesi europei più cauti e questo significa avere costi di infrastrutturazione maggiori”.

Sul fronte rete fissa “crediamo che il modello wholesale-only non sia concorrenziale, siamo per un modello in cui ogni operatore ha la propria infrastruttura e serve il Paese con la propria infrastruttura. Moglia ha poi precisato che il Servizio universale dovrebbe prevedere di “dare al Paese una rete ultrabroadband”. Commentando la connessione di 8 milioni di abitazioni da parte di Open Fiber, Moglia ha detto: “Si tratta di ottimo risultato ma è stato fatto nelle aree nere, ovvero in quelle più densamente popolate e dove ci sono più operatori; nelle aree bianche, con i finanziamenti pubblici, c’era un bando di gara e avrebbero dovuto rispettare le tempistiche”.

Vodafone: slittamento di un anno degli obblighi di copertura 5G

“Sarebbe utile in questo nuovo e oggettivo contesto una valutazione che rivedesse i termini attualmente indicati per l’adempimento degli obblighi di copertura previsti nell’asta 5G, introducendo un loro possibile differimento temporale di almeno un anno. Potrebbe essere considerata anche la possibilità di applicare un medesimo rilassamento, di almeno un anno, nei termini per le rate residue dell’asta 5G, che ha subito un rallentamento nei tempi di sviluppo”. Questa la proposta di Vodafone. La compagnia capitanata da Aldo Bisio ha anche chiesto “un posticipo di almeno sei mesi nel recepimento del nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche”. Il Codice prevede un “insieme di norme così pervasivo che richiede a ciascun operatore adeguamenti anche importanti del proprio modello di funzionamento e delle molteplici procedure che fanno girare la macchina. In tempi normali tali adeguamenti sarebbero stati gestiti e programmati per tempo e senza difficoltà ma è innegabile l’impatto che questi mesi hanno prodotto e produrranno sugli equilibri organizzativi dell’azienda e richiede sicuramente tempi di assorbimento che non saranno istantanei”.

WindTre: armonizzare regole per spingere investimenti 5G

“Il Codice delle comunicazioni europeo contiene la parola ‘investimenti’ ben 42 volte”: ha ricordato Roberto Basso, Direttore External Affairs & Sustainability di WindTre “Il legislatore europeo si dimostra quindi consapevole del ruolo degli investimenti per lo sviluppo delle economie dell’Unione e dell’entità degli investimenti necessari per realizzare reti potenti, veloci e affidabili, come le infrastrutture che hanno retto all’impennata di traffico voce e dati provocata dall’epidemia di Covid-19”.

Nel suo intervento, Basso ha sottolineato che il recepimento del Codice nell’ordinamento italiano può costituire un’opportunità per creare condizioni capaci di accelerare gli investimenti nel settore e attrarre capitali nel Paese. “Tra le condizioni abilitanti allo sviluppo ci sono le semplificazioni delle norme, eterogenee e farraginose, che oggi regolano interventi e installazioni e che andrebbero armonizzate per evitare la creazione di gap tecnologici tra un’area e l’altra del Paese. Anche uno snellimento delle autorizzazioni, basato sul principio del silenzio-assenso, aiuterebbe ad accelerare gli investimenti”. Un’altra condizione importante, per il rappresentante di WindTre, è “l’adeguamento dei limiti nazionali di emissione di radiofrequenze a quelli raccomandati a livello europeo, anche per favorire un più rapido sviluppo delle reti 5G”. A proposito dell’infrastruttura 5G, “oggi più di 200 amministrazioni comunali stanno adottando provvedimenti che impedirebbero a 1,2 milioni di cittadini di beneficiare dei vantaggi di questa tecnologia, in contraddizione con la pressante richiesta di abilitare lavoratori e studenti a lavorare e a studiare da remoto.” Infine, così come altri operatori, anche Basso, ha suggerito che un rinvio dei termini di recepimento consentirebbe di adeguare i servizi e i processi interni delle aziende di tlc al quadro delle nuove norme.

Fastweb, voucher banda ultralarga per pmi e famiglie in difficoltà

“Se c’è una decisione di destinare dei voucher per la banda ultra larga siamo convinti dovrebbero essere destinati a due segmenti: piccole e medie imprese, che sono il tessuto produttivo del paese e hanno bisogno di accelerare su questi processi di trasformazione digitale e famiglie che hanno oggettive difficoltà a sostenere i costi degli abbonamenti”: questa la posizione espressa da Lisa Di Feliciantonio, responsabile Public Affairs and Media Relations di Fastweb. “In questo periodo di emergenza da Coronavirus sta aumentato in maniera straordinaria la richiesta di connessioni alla rete fissa. Tra marzo e aprile ha registrato un aumento del 40% delle richieste di connessione rispetto a gennaio e febbraio”. Di Feliciantonio ricorda inoltre che in Italia “il 40% delle famiglie non ha una connessione alla rete fissa, rappresentando un’anomalia in Europa. Bisogna accelerare e agevolare il processo di digitalizzazione”, nel quale “il 5G giocherà un ruolo straordinario”.

Open Fiber: obbligo di 30 Mb/s garantiti

Un obbligo di almeno 30 megabit garantiti in tutte le situazioni e ore della giornata: questa la proposta avanzata dal presidente di Open Fiber Franco Bassanini. “la Commissione Ue prevede che entro il 2025 debba essere garantito a tutti, famiglie e imprese, ad almeno 100 megabit, upgradabili ad almeno un giga e quindi l’infrastruttura di rete deve essere in grado di portare almeno un giga. Si può discutere se questo obiettivo vada raggiunto subito o si debba porlo in prospettiva però almeno subito va messo un obbligo di almeno 30 megabit al secondo garantiti in tutte le situazioni e ore della giornata”. Secondo Bassanini è inoltre “necessario dare rapidamente attuazione alla direttiva” e il Parlamento “si deve porre il problema di un aggiornamento di quello che è il servizio universale”.

Francesco Nonno, responsabile Regolamentazione di Open Fiber, nell’evidenziare che “il Codice delle comunicazioni Ue prevede che l’Agcom debba realizzare, entro il 31 dicembre 2023, una mappatura geografica della portata delle reti in grado di fornire banda larga” ritiene che “la recente emergenza ha reso evidente quanto è urgente disporre di questa mappatura”. Di qui la proposta di “chiedere ad Agcom di farla il più presto possibile, non entro il 31 dicembre 2023, ma possibilmente entro sei mesi”. In materia di sicurezza Nonno ha detto che “il tema necessita di un forte coordinamento e che non siano gli operatori ad avere una leadership unitaria, ma che ci sia un coordinamento ministeriale, cosa che il Codice prevede. La sicurezza necessita di aggiornamento continuo, ed è difficile inserire in una norma degli elementi che possano garantirla più che non attribuire un compito chiaro ad un soggetto pubblico. Non credo che su questa materia serva un ulteriore adeguamento del Codice”.

Iliad: normativa unica, snella e dai tempi certi

Normativa unica, snella e dai tempi certi: questo l’appello dell’Ad di Iliad Benedetto Levi nel sottolineare l’importanza dello sviluppo delle infrastrutture. “Ci sono difformità nelle tempistiche e nei requisiti fra Regioni e anche fra città”. E il Codice delle Comunicazioni elettroniche prevede un “periodo di non più di sei mesi per la conclusione delle procedure. Sarebbe utile e importante che nel Codice vengano mantenute procedure e termini ridotti quando siano già vigenti e una tempistica unitaria per tutte le procedure”. Iliad auspica che questa fase di emergenza sia “l’occasione per chiarire il dibattito sul 5G e le emissioni elettromagnetiche che, a causa di fake news, sta portando all’adozione di provvedimenti locali ingiustificatamente restrittivi”. Iliad, infine, plaude a “regole chiare” in particolare riferendosi alla “trasparenza delle offerte”. Evidenziata anche la necessità di una “trasposizione corretta e fedele della direttiva sul tema della gestione delle frequenze”.

Cfwa: rete unica Tlc va regolata a tutela della concorrenza

“L’ipotesi in cui la rete di Open Fiber possa integrarsi con la rete dell’operatore ex monopolista, se non correttamente regolata, rappresenterebbe una minaccia alla concorrenza nel settore delle telecomunicazioni”: lo ha detto il presidente della Cfwa Enrico Boccardo. “È importante – aggiunge – che anche gli operatori wholesale only siano soggetti alla più rigida normativa prevista per gli operatori verticalmente integrati, almeno dal momento in cui anche i primi assumano dimensioni tali da poter, di fatto, condizionare il mercato, come nel caso di Open Fiber”. Secondo Boccardo “è necessario riconoscere all’Agcom il potere di controllare i prezzi all’ingrosso praticati e di azionare tutti i rimedi per garantire un equilibrio concorrenziale del mercato sia a valle che a monte. Ciò è importante già nelle attuali condizioni di mercato, ma lo è ancor di più nell’ipotesi in cui si crei una società unica della rete, che vanificherebbe tutti gli investimenti che gli operatori Fwa hanno sostenuto in questi anni per creare una propria infrastruttura, riducendoli a meri rivenditori di servizi”. Inoltre, il recepimento della direttiva europea rappresenta “l’opportunità per innovare il nostro codice delle comunicazioni elettroniche, introducendo nuove norme sulla neutralità della rete per i fornitori di contenuti e servizi online e prevedendo un quadro normativo che consenta lo sviluppo di progetti innovativi in ambito Internet of Things, in particolare superando le limitazioni esistenti che impediscono il lancio di offerte commerciali per la tecnologia Low Power Wide Area”.

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