LA STRATEGIA

5G, piano Fcc da 9 miliardi di dollari per le aree rurali

Il presidente Ajit Pai annuncia l’iniziativa, che sarà “spalmata” sui prossimi 10 anni: “Dobbiamo assicurarci che il nuovo standard restringa piuttosto che ampliare il digital divide, e che i cittadini delle zone meno popolate possano godere dei benefici dell’innovazione”

Pubblicato il 05 Dic 2019

A. S.

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Un fondo da 9 miliardi di dollari in dieci anni per la copertura 5G delle aree rurali e meno popolate degli Stati Uniti. Ad annunciarlo è il presidente della Fcc, l’autorità garante per le comunicazioni Usa: si tratta di fatto di un raddoppio delle risorse messe a disposizione lo scorso anno: “Dobbiamo assicurarci – afferma Ajit Pai, presidente dell’authority – che il 5G contribuisca a restringere il digital divide, e non ad allargarlo, e allo stesso tempo che gli americani che vivono nelle aree rurali possano riceve i benefici che vengono dall’innovazione delle reti”.

Il piano dovrebbe essere presentato ufficialmente all’inizio del 2020, e nelle intenzioni del numero uno di Fcc dovrebbe riservare un miliardo di dollari per l’agricoltura di precisione, per fare in modo che anche gli agricoltori Usa possano rimanere al passo con le innovazioni nel settore dell’agrifood, come il controllo da remoto delle coltivazioni e la gestione intelligente delle risorse idriche e dei fitofarmaci.

Le risorse del fondo saranno messe a disposizione attingendo all’ “universal service fund” a disposizione di Fcc, che derivano da una tassazione ad hoc imposta sui servizi telefonici, utilizzata anche – ad esempio – per finanziare scuole e librerie.

In precedenza Pai aveva proposto un fondo con le stesse finalità, ma di 4,5 miliardi di dollari, che però era stato bloccato in attesa che venissero riviste le mappe sulla copertura del 4G Lte, dalle quali era emerso, secondo quanto rilevato proprio da Fcc, che gli operatori (Verizon, Cellular e T-Mobile) avevano sovrastimato la copertura, e che quindi la mappa “non rifletteva l’effettiva copertura”.

Da parte sua Verizon ha puntualizzato di non essere responsabile per i problemi emersi dalla redazione della matta: “L’industria ha aveva detto a Fcc più di due anni fa come mettere a punto una mappa di copertura che fosse allineata al meglio con le effettive prestazioni – afferma l’operatore – ma l’authority ha rifiutato la proposta in favore di una interpretazione più ampia del concetto di ‘copertura’, e Verizon ha semplicemente seguito le indicazioni di Fcc”.

Secondo le ultime analisi compiute da Fcc infatti risulta che la velocità minima di download sarebbe stata raggiunta soltanto nel 62% dei casi testati, e che il segnale sia risultati assente in diverse occasioni.

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