IL REPORT EUROPEO

Banda ultralarga, il Covid spinge le reti in fibra: in Italia crescita eccezionale

È quanto si evince dalle stime 2020-2026 elaborate da Idate con il Market Intelligence Committee dell’Ftth Council Europe. Nel nostro Paese si prevede un balzo in avanti del 218% e siamo già al secondo posto per tasso di crescita. Gli utenti più propensi a spendere per dotarsi di connessioni avanzate. Determinante il ruolo di Open Fiber: il contributo 2019-2020 è ascrivibile per circa l’80% all’azienda guidata da Elisabetta Ripa

Pubblicato il 03 Dic 2020

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Outlook al rialzo per le reti a banda ultralarga (Ftth/b) in Europa. Stando alle stime elaborate da Idate con il Market Intelligence Committee dell’Ftth Council Europe nel 2026 le abitazioni cablate raggiungeranno quota 202 milioni contro i 26,2 del 2012. “Si prevede che alcuni paesi registreranno una crescita eccezionale, come Germania (+ 730%), Regno Unito (+ 548%) e Italia (+ 218%)”, si legge nel report che ha preso in esame 39 Paesi e ha elaborato un’indagine accurata sui principali 15 dell’Europa.

Guardando la classifica dei paesi, mentre è probabile che la Russia continui a guidare la carica in termini di abitazioni cablate, si prevede che la Germania salirà al secondo posto nella classifica 2026. Secondo le previsioni, il numero di abbonati aumenterebbe ulteriormente a circa 148 milioni nel 2026 (EU27+ UK) e a circa 208 milioni se si considera l’intero campione dei Paesi (EU38 + UK). Il tasso di utilizzo della fibra raggiungerebbe il 73,3% nel 2026, mostrando un chiaro tendenza al rialzo rispetto al 23,4% registrato nel 2012.

Il documento illustra come l’Italia si classifichi al terzo posto (su 28 stati) nel ranking europeo di copertura Ftth/B. In particolare, con 3,8 milioni di unità immobiliari cablate nel corso del 2020 in Ftth/B, il nostro Paese è al secondo posto come tasso di crescita annuale dopo la Francia (+4.7 milioni) e davanti alla Germania (+1.9 milioni) e al Regno Unito (+1.8 milioni). Il contributo alla crescita 2019-2020 è ascrivibile per circa l’80% a Open Fiber, che con circa 10 milioni di unità immobiliari abilitate ai servizi Ultra Broadband si conferma come di gran lunga il principale operatore italiano di reti in fibra ottica.

“Open Fiber è il terzo operatore Ftth europeo proprio dopo l’incumbent spagnolo, Telefonica, e quello francese, Orange, e il primo tra gli operatori wholesale only, un modello di business che l’Unione Europea ha scelto di evidenziare per la sua capacità di favorire gli investimenti nel Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche”, commenta Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber.

Il 5G spinge le reti in fibra

“Il Covid-19 può spiegare in parte questa crescita massiccia in quanto ha portato a un maggiore traffico di dati e nuove richieste di banda larga con le persone che rimangono a casa, il che a sua volta ha fatto aumentare la domanda di fibra. Ma è da considerarsi come un acceleratore che ha amplificato tendenze preesistenti”, si legge nel report. Fra i fattori che influenzano positivamente l’adozione dell’Ftth ci sono i piani di “spegnimento” del rame; l’aumento degli accordi di condivisione della rete Ftth; il forte impegno dei governi e delle autorità locali per l’Ftth; gli annunci di lancio del 5G che comportano più implementazioni in fibra.

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“Mentre le implementazioni Ftth/B si stanno intensificando in tutta Europa, vale la pena notare che un nuovo divario digitale per le prestazioni di telelavoro è stato rivelato dalla crisi del Covid-19. Al di là del suo impatto sulle politiche pubbliche, è ora chiaro che Covid-19 ha cambiato la percezione del pubblico sull’importanza della banda larga e la loro disponibilità ad accettare tariffe premium per la fibra. Questa nuova tendenza è uno dei fattori chiave per l’adozione della fibra, tuttavia misure aggiuntive da parte dei responsabili politici volte ad aumentare l’adozione sono cruciali affinché i cittadini e le imprese europee possano beneficiare appieno del potenziale della fibra”.

La migrazione dal rame alla fibra

L’Ftth Europe ha aggiornato anche i dati sullo spegnimento del rame in uno studio a cura di Wik. Il nuovo studio si basa sui risultati della relazione dello scorso anno con questionari aggiuntivi e interviste ed evidenzia ulteriormente i vantaggi dello spegnimento del rame per l’ambiente, la società, i consumatori, gli investitori e gli operatori, nonché le possibili implicazioni per i responsabili politici e le autorità di regolamentazione e richiama l’attenzione sulle sfide e le potenziali soluzioni che faciliteranno la transizione verso le infrastrutture in fibra Europa.

L’interruzione del rame in Europa risulta ancora frammentata: Estonia e Svezia sono i paesi più attivi. Dall’anno scorso, l’Estonia ha compiuto i maggiori progressi tra i dieci paesi europei analizzati con fino all’80% degli scambi di rame disattivati ​​nel 2020. Anche la Svezia ha compiuto progressi significativi verso la migrazione. In Francia e nei Paesi Bassi sono stati messi in atto piani concreti per spegnere il rame e le discussioni sono attualmente in corso nel Regno Unito.

Il ritmo di spegnimento del rame risulta lento in Spagna e Portogallo. Paesi come Germania e Polonia non hanno ancora annunciato un piano concreto, tuttavia il completamento dello switch-off Pstn in Germania probabilmente faciliterà la migrazione quando la fibra sarà diffusa.

“I fattori normativi e di mercato che frenano la migrazione alla fibra possono essere affrontati e vorremmo incoraggiare gli Stati membri e le autorità di regolamentazione a intensificare il sostegno allo spegnimento di rame e Pstn e alla migrazione dei consumatori all’Ftth – sottolinea Vincent Garnier, Direttore generale dell’Ftth Council Europe– Alcuni dei passaggi chiave verso il successo sono: la promozione del lancio di reti in fibra nelle aree in cui è ancora limitata e le modalità di tariffazione del rame da utilizzare come meccanismo per creare una copertura Ftth al 100% nonché l’adozione di etichettatura o regole sugli standard pubblicitari per segnalare i vantaggi dell’Ftth rispetto ad altre tecnologie quando i consumatori sono confusi o non convinti dei vantaggi”.

“La chiusura delle reti legacy e la transizione alla fibra hanno il potenziale per portare un contributo importante al raggiungimento degli obiettivi del Green Deal e per servire da abilitatore della trasformazione digitale verso un’economia sostenibile – aggiunge il presidente dell’Ftth Council Europe Eric Festraets-. La fibra è l’unica infrastruttura di rete a prova di futuro, robusta e rispettosa dell’ambiente che consentirà alle nuove generazioni di tecnologie e servizi innovativi per gli anni a venire”.

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