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Fiber-sharing: ecco il piano di Tim in 39 città

CorCom pubblica la proposta integrale del progetto 2020-2023 che prevede la realizzazione di una rete in fibra in grado di raggiungere 1,3 milioni di unità immobiliari. L’azienda punta al co-investimento: la proposta sottoposta anche a Open Fiber. Modello newco per portare avanti i lavori

Pubblicato il 20 Gen 2020

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Una nuova infrastruttura in fibra da realizzare, nel periodo 2020-2023, in 39 città con copertura target del 70-80% per un totale di 1,3 milioni di unità immobiliari cablate. E’ questo il nuovo piano di Tim. Un piano che punta sul network sharing: “L’accordo di co-investimento è aperto ad operatori di comunicazione elettronica, sia verticalmente integrati, ossia attivi a livello retail e wholesale, che wholesale only”, si legge nel documento da 10 pagine intitolato “Offerta iniziale di co-investimento in una nuova rete ad altissima capacità in fibra”, datato 23 dicembre, che CorCom pubblica per i suoi lettori (cliccare qui per scaricare il documento). E secondo quanto risulta al nostro sito è stato sottoposto a tutti i principali operatori italiani, Open Fiber inclusa. A proposito di Open Fiber, 31 delle 39 città indicate nella nuova iniziativa Tim sono le stesse in cui la società capitanata da Elisabetta Ripa sta già realizzando le proprie reti nell’ambito del proprio Piano aree nere.

La nuova rete Tim verrà realizzata da una newco “una società separata, che verrà costituita se almeno un potenziale co-investitore avrà stipulato un accordo di co-investimento con Tim – si legge nel documento -. A seguito delle manifestazioni di interesse, Tim proporrà il relativo modello di governance societaria” e sono due i modelli già indicati: società separata con capitale 100% Tim o di società controllata o collegata (cofinanziamento); società separata con partecipazione al capitale dei co-investitori (contitolarità).

In dettaglio il progetto prevede, in ciascuna delle città interessate dal progetto, la realizzazione di: una rete ottica secondaria Punto-Punto (P2P) fino all’edificio, inclusa la tratta di adduzione con una disponibilità di 4 semi-Gpon complete per armadietto ottico; verticali all’interno dei building; una rete ottica primaria on demand solo in caso di richiesta di uno dei co-investitori (no terzi). In tal caso- puntualizza Tim- “la fibra sarà realizzata a carico esclusivo del richiedente che ne diventa proprietario”.

Riguardo all’attività di progettazione sarà Tim ad occuparsene e a farsi carico della responsabilità per il collaudo. La società si propone per la realizzazione della rete “ma è disposta a valutare le richieste dei potenziali co-investitori di realizzare parte dell’infrastruttura”, sottolinea l’azienda nel documento.

Le 39 città sono state divise in due lotti, il primo da 19 città con avvio dei lavori nel 2020 e completamento entro il 2022 (target di 0,7 milioni di unità immobiliari) e il secondo da 20 città con avvio dei lavori nel secondo semestre 2020 e completamento entro il 2023 (target di 0,6 milioni di unità immobiliari). “I lavori di realizzazione dell’infrastruttura saranno comunque avviati da Tim secondo il suddetto piano, in attesa delle valutazioni di AgCom sull’applicabilità delle disposizioni dell’art. 76 del nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche Europeo ed anche in assenza di manifestazioni di interesse al co-investimento – puntualizza l’azienda -. Ai soggetti interessati che avranno raggiunto un accordo di co-investimento con Tim sarà, in ogni caso, garantito l’accesso alle infrastrutture già realizzate nelle modalità previste per i co-investitori che intendono entrare nel co-investimento in una fase successiva alla realizzazione”. Si stima che la realizzazione della rete passiva secondaria e l’acquisto dei diritti d’uso di infrastrutture di posa esistenti per le 19 città del lotto 1 richiedano un investimento complessivo di circa 250 milioni di euro a cui vanno aggiunti 215 milioni per il lotto due.

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