IL CASO

Rete unica Tlc, pressing del Governo. Slitta (ancora) il dossier Open Fiber

I ministri Gualtieri e Patuanelli inviano una lettera al cda di Enel. Si profilano altri investitori a partire dal fondo Kkr, secondo azionista di FiberCop. Ma Starace puntualizza: “Vogliamo monetizzare quando opportunità in linea nostro interesse”

Pubblicato il 24 Nov 2020

fibra-ottica

Fumata nera sul destino di Open Fiber. Il cda di Enel riunitosi ieri ha rimandato ancora una volta la decisione in merito all’offerta di Macquaire per rilevare il 50% di Open Fiber. Uno “stop” questa volta dovuto al pressing del Governo che come nel caso di Tim ha inviato una lettera al cda per caldeggiare il progetto di Rete unica di Tlc.

La lettera di Gualtieri e Patuanelli

“In relazione alla valutazione delle offerte di acquisto della quota di Enel in Open Fiber, il Governo auspica che codesta società, nel perseguimento dell’interesse aziendale, consideri la rilevanza strategica per il Paese del progetto di costituzione della cosiddetta ‘rete unica’ nazionale, ossia di una rete integrata, aperta all’accesso ed al coinvestimento di tutti gli operatori di mercato interessati”, si legge nella missiva a firma dei ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli.

“Il Governo – prosegue la lettera – ritiene che tale progetto sia la base di partenza per consentire l’ottimizzazione ed il potenziamento degli investimenti di infrastrutturazione in fibra ottica, accelerando la transizione tecnologica del Paese, in coerenza con gli obiettivi delineati nel piano Next Generation EU, e assicurando così, quanto prima, a cittadini ed imprese un accesso efficace, efficiente, sicuro e paritario ai servizi pubblici. Nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, tale obbiettivo risulta quanto mai urgente e non rinviabile”. E ancora: “In considerazione di tali auspicate ricadute, che consideriamo estremamente positive per il Paese, il Governo, come più volte pubblicamente manifestato, valuta con favore la creazione della società della cosiddetta rete unica – purché, come comunicato al mercato alla fine dello scorso mese di agosto dai soggetti promotori, sia garantita l’indipendenza e la terzietà – ed auspica che, nell’ambito della propria autonomia decisionale, le scelte di codesta società contribuiscano al successo di un progetto di cruciale importanza economica e sociale per il Paese, con la piena consapevolezza, da parte di chiunque dovesse acquistare, degli obiettivi sopra delineati”.

Anche Kkr interessata a Open Fiber?

Ma la lettera dei due ministri non è stato l’unico elemento “critico” sul tavolo del Cda. Stando a indiscrezioni si sarebbe allargato il fronte degli interessati a mettere una fiche nella wholesale company guidata da Elisabetta Ripa. Nell’azionariato di Open Fiber vorrebbe entrare anche il fondo americano Kkr, secondo azionista della newco FiberCop con il 37,5% (Tim ha in capo il 58% e Fastweb il 4,5%). Una mossa che preluderebbe all’accelerazione sul dossier ma che altererebbe in qualche modo il ruolo di Cdp, azionista di Open Fiber al 50% ma anche attore protagonista dell’intesa con Tim per il progetto di rete unica AccessCo. La partita dunque è ancora tutta da giocarsi.

Starace: “Vogliamo monetizzare quando opportunità in linea con nostro interesse”

Intanto nella conference call con gli analisti per la presentazione del piano industriale di Enel, Starace ha puntualizzato che riguardo a Open Fibervogliamo monetizzare quando l’opportunità sarà in linea con il nostro interesse”. “Come abbiamo sempre detto non saremo mai un operatore delle telecomunicazioni, ma ci limiteremo a gestire infrastrutture”, ha detto Starace ricordando che “abbiamo sviluppato un modello originale, come operatore wholesale only, che fornisce fibra a prezzi competitivi a tutti. In 4 anni abbiamo più che raddoppiato la capacità dell’incumbent nelle connessioni”. “Vogliamo replicare questo modello anche in altre parte del mondo dove noi vediamo condizioni simili o assimilabili”, ha infine sottolineato Starace.

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