APPELLO AL GOVERNO

Favorire gli investimenti in ricerca e innovazione

Pubblichiamo l’intervento di Cristiano Radaelli, presidente Anitec, sull’ultimo numero del Corriere delle Comunicazioni. “R&I siano al centro di un programma dello sviluppo economico”

Pubblicato il 24 Mag 2013

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Salutiamo positivamente la presa di posizione del nuovo Governo in merito al ruolo che gli investimenti in innovazione possono dare al nostro Paese. È questo un punto fondamentale per il futuro e la nostra associazione ha da tempo iniziato una forte azione di supporto al recepimento da parte dell’Italia degli obiettivi di Horizon 2020, che prevedono investimenti in R&I (Ricerca e Innovazione) pari al 3%. La crisi che attanaglia l’economia, senza risparmiare il settore Ict ed elettronica di consumo, sta ormai incidendo pesantemente anche sui centri di eccellenza, numerosi nel nostro territorio. Per questo, urge ora più che mai un’azione di supporto agli investimenti in R&I. Ricerca e Innovazione devono essere poste alla base di un programma dello sviluppo economico e culturale, individuando priorità, interventi concreti da realizzare con tempi chiari e rispettati e assicurando risorse adeguate e certe nel tempo, favorendo la messa a sistema di risorse private e pubbliche, nazionali e comunitarie. Va assicurata una governance coordinata del programma e di tutti gli interventi previsti superando la dicotomia fra Governo ed enti locali.
A compendio e supporto di questo programma, è necessario introdurre un credito di imposta strutturale sugli investimenti in R&D, con misure di facile gestione per le imprese e di puntuale controllo per l’amministrazione, che incentivi gli investimenti intramuros delle imprese, materiali e immateriali.

Il credito di imposta consentirebbe di consolidare e promuovere nuovi investimenti, rafforzare la collaborazione con il sistema pubblico aumentando i contributi privati, potenziare l’utilizzo di finanziamenti pubblici (es. Banca europea degli investimenti, Cassa depositi e prestiti, Fondi rotativi dei ministeri) o privati per attività di R&I.
Contestualmente vanno ridotti i tempi di ammortamento dei beni di investimento ad alto contenuto tecnologico o impiegati in attività di ricerca e sviluppo perché i coefficienti fiscali di ammortamento sono ormai obsoleti: risalgono al 1988 e non tengono conto di nuovi beni o non rispecchiano più l’effettivo deperimento economico e l’invecchiamento tecnologico dei beni. È dunque necessaria una revisione delle tabelle di ammortamento per adeguare i coefficienti dei beni a più avanzata tecnologia e a più rapida obsolescenza, come auspicato dalla legge finanziaria per il 2008 e, più di recente, dal Dl 78/2009 e per ricomprendere i beni di nuova generazione oggi privi di coefficienti fiscali di ammortamento.

Un secondo punto molto importante, che ci sentiamo di raccomandare al Governo, riguarda la realizzazione della banda larga. Sono innumerevoli le statistiche internazionali che dimostrano come la diffusione della banda larga abbia un effetto significativo sulla crescita economica. In particolare sono ancora oggi in attesa di emissione dei bandi per progetti di banda larga che erano attesi per il mese di febbraio 2013. Si tratta di fondi europei che dovranno essere utilizzati entro il 2015, si configura dunque una evidente criticità, comunque gestibile, data la ristrettezza dei tempi per l’implementazione delle infrastrutture.
Il valore di questi investimenti è attorno ai 500 milioni di euro e ritardi ulteriori nell’emissione dei bandi metterebbero a serio rischio la possibilità di utilizzarli. È quindi veramente importante che il Governo proceda celermente alla loro emissione. Penso importante ricordare anche che le nuove tecnologie sono uno strumento fondamentale di controllo per la sicurezza, oggi che il web ha abbattuto quasi ogni tipo di frontiera. Dai sistemi di controllo per le infrastrutture alla sicurezza informatica, all’antiterrorismo e via dicendo. In questo campo, ci aspettiamo tra l’altro la definizione del Cert (Computer Emergency Response Team) italiano, all’interno del programma europeo.

Questo organismo avrebbe dovuto essere definito entro il 31 dicembre 2012.
Infine l’introduzione dei processi digitali nella Sanità, che potrebbero garantire, secondo dati del Politecnico di Milano, risparmi per 15 miliardi di euro l’anno, con servizi ai cittadini di migliore qualità. Con forza e decisione ci aspettiamo quindi che il Governo intraprenda misure di carattere urgente e strutturale, per le quali siamo pronti e desiderosi di dare il nostro fattivo contributo e per la quali abbiamo preparato progetti specifici che presenteremo ai Ministeri interessati.

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