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Frequenze, taglio ai contributi: emendamento M5S a favore dei piccoli operatori di Tlc

A firma del deputato Michele Gubitosa la proposta mira a ridurre gli oneri per le risorse già licenziate. Il plauso di Assoprovider: “Misura che tutela occupazione e consente una migliore copertura nelle aree bianche”

Pubblicato il 04 Dic 2020

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Ridurre i contributi per la concessione dei diritti di uso delle frequenze licenziate, a favore dei piccoli e medi operatori delle tlc. Lo prevede un emendamento alla Legge di Bilancio, presentato dal deputato M5S Michele Gubitosa (M5S).

La proposta ha incassato il plauso di Assoprovider, secondo cui la riduzione è destinata ad avere un impatto straordinario per tutto il comparto dei piccoli e medi operatori delle tlc: più crescita del mercato, più opportunità di lavoro e la riduzione del digital divide, grazie all’incremento della banda disponibile sulle dorsali dei provider Internet.

“Il costo delle frequenze punto punto provoca una distorsione del mercato – spiega Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider – Il meccanismo di sconto sulle quantità, secondo il quale più clienti un operatore ha e più sconto ha sulle frequenze, provoca una differenza del 400% tra il contributo amministrativo pagato da un piccolo operatore e quello pagato da un grande utilizzatore dello stesso identico bene pubblico. A questo si aggiunge un altro aspetto preoccupante, i contributi amministrativi risultano i più alti d’Europa, ben 10 volte maggiori di quelli richiesti per altri Paesi”.

“Speriamo che le forze politiche siano pronte ad appoggiare questo emendamento che ha già incontrato il favore non solo degli operatori, ma anche di authority, come Agcom. Si tratta di una misura necessaria, ancora più oggi, in un momento delicato del Paese che ha bisogno, sia lato aziende che privati, di più digitalizzazione”, conclude Bortolotto.

Cosa prevede l’emendamento

L’emendamento alla Legge di Bilancio presentato dal deputato Michele Gubitosa, da tempo sensibile alle cause dell’associazione, punta a ridurre il contributo per le frequenze licenziate, per le imprese che erogano il servizio a utenti finali in numero pari o inferiore ai 50mila. In particolare, ecco come si divideranno i costi delle frequenze, secondo l’emendamento:

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“1) Euro 2 per ogni MHz nella gamma di frequenza superiore ai 14 Ghz. 2) Euro 4 per ogni MHz nella gamma di frequenza tra un valore pari o inferiore a 14 Ghz e un valore pari o superiore a 10 GHz; 3) Euro 8 per ogni MHz nella gamma di frequenza tra un valore inferiore  10 GHz e un valore pari a 6 GHz; 4) Euro 16 per ogni MHz nella gamma di frequenza inferiore a 6 GHz.”

Gli effetti dell’emendamento

Se l’emendamento passasse si assisterebbe, secondo Assoprovider, a una vera rivoluzione del mercato delle tlc in Italia, favorendo i piccoli e medi player che potranno offrire una connessione di maggiore qualità nelle cosiddette aree a fallimento di mercato.

Ma soprattutto, servirà a creare posti di lavoro e a salvaguardarli, risolvendo in una sola volta tanti problemi del comparto, tra cui quelli delle aziende produttrici di apparati che oggi non riescono a venderli a terzi, proprio a causa della soglia alta dei contributi.

Lo scorso mese, l’associazione aveva già inviato una lettera al Ministro dello Sviluppo EconomicoStefano Patuanelli, chiedendo l’estensione dello sconto del 75% sull’uso delle frequenze, anche agli operatori con meno di 50mila utenti.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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