CONSOLIDAMENTO

Fusione Wind-3, indagine approfondita dell’Ue: faro sui prezzi

La commissaria Vestager: “Dobbiamo accertarci che l’operazione non comporti un aumento delle tariffe o un restringimento dell’offerta dei servizi mobili”. Superata la richiesta di “reindirizzo” all’authority nazionale avanzata dall’Antitrust italiana. Hutchison e Vimpelcom: “Siamo fiduciosi”

Pubblicato il 30 Mar 2016

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Un’indagine approfondita per valutare se la proposta di joint venture tra Wind e 3 Italia è in linea con il regolamento UE sulle concentrazioni. Ad annunciarlo è la Commissione europea in un nota, in cui si specifica che la Commissione teme che l’operazione possa causare un aumento dei prezzi e una diminuzione dell’offerta e dell’innovazione per gli utenti di telefonia mobile in Italia, e che “l’avvio di un’indagine approfondita non pregiudica l’esito del procedimento”.

La Commissione dispone ora di 90 giorni lavorativi, quindi fino al 10 agosto 2016, per prendere una decisione. L’operazione – si legge nella nota di Bruxelles – prevede la fusione di Wind, controllata di VimpelCom, e di H3G, controllata di Hutchison, che sono rispettivamente il terzo e il quarto operatore sul mercato italiano per la fornitura di servizi di telecomunicazioni mobili al dettaglio. “Con la concentrazione il numero di operatori di rete mobile (Mno) in Italia passerebbe da quattro a tre – prosegue la nota – creando il più grande operatore mobile per numero di clienti, seguito da due operatori di rete mobile di portata analoga, ovvero Tim e Vodafone”.

Dobbiamo accertarci che l’operazione proposta non comporti un aumento dei prezzi o un restringimento dell’offerta dei servizi mobili per i consumatori italiani – spiega nel comunicato Margrethe Vestager (nella foto), commissario Ue alla Concorrenza – I servizi di telefonia mobile hanno sempre più peso nella nostra vita quotidiana. Non usiamo i telefonini solo per comunicare con amici e familiari, ma anche per leggere le notizie, fare acquisti online o controllare gli orari del treno”.

La decisione della Commissione Ue di avviare un’indagine approfondita sulle nozze tra Wind e 3Italia “era largamente attesa nel contesto dell’approccio mostrato dalla Commissione alle fusioni di operatori di telecomunicazione nei singoli paesi” e “non pregiudica” la decisione finale, affermano in una nota congiunta Hutchison e Vimpelcom, azionisti degli operatori interessati dalla fusione. Le compagnie hanno avuto “discussioni aperte e costruttive con la Commissione durante la prima fase dell’esame e continueranno a lavorare al fianco della Commissione per ottenere l’autorizzazione” necessaria all’operazione. La società che nascerà dal merger, sottolineano, “porterà significativi benefici ai consumatori in Italia e siamo fiduciosi che sarà approvata”.

Con l’iniziativa di oggi la Commissione europea supera di fatto la richiesta di “reindirizzo” avanzata a Bruxelles dall’Antitrust Italiana: “Il progetto di fusione tra Wind e 3 Italia è circoscritto al mercato italiano – aveva spiegato a CorCom un portavoce dell’authority – Per questo abbiamo chiesto alla Commissione Ue di poterci occupare della questione”.

Proprio oggi scadevano i termini dell’indagine preliminare della commissione Ue sull’operazione Hutchison-Vimpelcom, prorogati dal precedente limite dell’11 marzo. Tre le principali preoccupazione emerse da questa indagine di mercato, sulle quali la Commissione si riserva in particolar modo di valutare “la misura in cui le parti sono in stretta concorrenza tra loro, gli incentivi della joint venture a competere sul mercato e la potenziale reazione dei concorrenti”. “In primo luogo, H3G e Wind sono attualmente concorrenti sul mercato italiano per la fornitura di servizi di telecomunicazioni mobili al dettaglio. La Commissione – spiega il comunicato – teme che l’operazione elimini due forze competitive importanti e che la joint venture non avrebbe abbastanza incentivi a esercitare una pressione concorrenziale significativa sugli altri concorrenti, con un conseguente aumento dei prezzi e un calo degli investimenti nelle reti di telecomunicazioni mobili”. In secondo luogo, prosegue la Commissione, l’operazione ridurrebbe il numero di Mno che “ospitano” operatori virtuali di rete mobile (“Mvno”): “Gli Mvno attuali e potenziali avrebbero una scelta ridotta di reti host e quindi un minore potere per negoziare condizioni favorevoli di accesso all’ingrosso”. In terzo luogo, conclude il comunicato, la riduzione del numero di concorrenti in seguito alla concentrazione rischia di ridurre la pressione concorrenziale e di “aumentare la probabilità che gli Mno coordinino il loro comportamento concorrenziale e aumentino i prezzi sui mercati al dettaglio e all’ingrosso in modo duraturo”.

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