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Garante Privacy e Agcom, tutto tace. Partita rimandata a settembre?

E’ passato un mese esatto dalla scadenza dell’Autorità per la protezione dei dati. E il 26 luglio fine del settennato dell’Authority presieduta da Cardani. Ma il voto in Parlamento non è ancora stato calendarizzato

Pubblicato il 19 Lug 2019

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Il mandato del Garante Privacy è scaduto esattamente da un mese (il 19 giugno). E la prossima settimana (il 26 luglio) scade anche quello dell’Autorità Garante per le Comunicazioni.

Dopo la prima calendarizzazione di voto al Parlamento – lo scorso 26 giugno – per il rinnovo del Garante Privacy, poi annullata last minute, nei giorni scorsi è circolato l’annuncio di una seconda calendarizzazione, prevista per oggi 19 luglio ma mai confermata. E in effetti la data era apparsa improbabile sin dall’inizio considerato che di venerdì è estremamente difficile che si voti.

Secondo quanto risulta a Corcom non sono previste sessioni di voto nemmeno la prossima settimana, e si rischia dunque che la partita slitti direttamente a settembre.

Il rinnovo di membri e dei presidenti delle due Autorità è una partita molto delicata. I 5Stelle starebbero puntando alla presidenza del Garante Privacy mentre la Lega a quella dell’Agcom. E non sono ancora chiari gli “equilibri” relativi alle nomine di commissari e membri ossia se la maggioranza avrà un peso “rilevante” all’interno delle due Authority o se le opposizioni riusciranno a portarsi a casa almeno una-due “poltrone”.

Per il rinnovo del Garante Privacy la procedura prevede la selezione dei 4 membri attraverso esame dei curricula (il Presidente viene poi votato dai 4 membri eletti, due alla Camera e due al Senato) mentre per l’Agcom nonostante non ci siano obblighi in tal senso l’opzione sarebbe stata comunque possibile. Ma il presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati non hanno deciso di “esercitarla” nonostante i precedenti in tal senso: Gianfranco Fini e Laura Boldrini al tempo del precedente rinnovo di Agcom nel 2012 e poi nel 2013 con la nomina di Antonio Nicita dopo le dimissioni di Maurizio Dècina decisero di procedere attraverso l’esame delle candidature. La decisione di lasciare dunque totale carta bianca alla politica è apparsa a molti “inopportuna” anche tenendo conto che la procedura via curriculum è stata utilizzata – e si è trattato di una prima – per il recente rinnovo del presidente dell’Antitrust.

Intanto ieri in casa Agcom è stato dato il via libera definitivo all’analisi di mercato sull’accesso alla rete fissa. Il provvedimento ha ottenuto parere positivo da parte della Ue ed è stato approvato dunque definitivamente in Consiglio.

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