Google & Co. contro la nuova legge anti-pirateria Usa

Le Web company fanno fronte comune per evitare l’entrata in vigore dell’Ip Protect Act che prevede la chiusura dei siti che violano il copyright. “Così si puniscono utenti e aziende che rispettano la legge”. Page: “Misure draconiane”

Pubblicato il 17 Nov 2011

placeholder

Le Web company scendono in campo contro il Protect IP Act. Le
maggiori società, tra cui spiccano Google, Facebook, Twitter,
Zynga, eBay, Mozilla, Yahoo, Aol e LinkedIn hanno inviato una
lettera al Congresso Usa nella quale si sottolinea che il nuovo
provvedimento metterebbe “a serio rischio i continui passi avanti
innovativi e la creazione di posti di lavoro nell’industria,
così come la sicurezza sul web”.

Il disegno di legge al vaglio del Congresso propone nuovi poteri
per chiudere i siti web coinvolti nella violazione della proprietà
intellettuale, come per i download illegali e la vendita di farmaci
contraffatti.
“Sosteniamo gli obiettivi dichiarati – prosegue la missiva – di
fornire strumenti supplementari per combattere i siti dedicati alla
violazione del copyright o alla contraffazione. Però purtroppo,
norme così formulate esporrebbero gli utenti statunitensi
rispettosi della legge e le aziende tecnologiche impegni incerti e
mandati tecnologici che richiedono un monitoraggio costante dei
siti web”.

Le società si dicono particolarmente preoccupate per gli aspetti
della legislazione che minerebbero il cosiddetto “porto
sicuro”, ovvero le protezioni concesse ai fornitori di servizi
Internet dalle precedenti leggi. Il porto sicuro ha consentito ,ad
esempio, a Google di offrire servizi di blogging senza il timore di
incappare di azioni legali per violazioni di copyright, a patto che
fossero eliminati i contenuti illegali i casi di notifica da parte
del titolare dei diritti d’autore.

“Fin dalla loro promulgazione nel 1998 – puntualizzano – i
porto sicuri sono diventati una pietra miliare di Internet negli
Stati Uniti, della crescita del settore tecnologico e del suo
successo”- Infine i big player del Web lamentano che il nuovo li
costringerà a monitorare costantemente i propri servizi per
bloccare possibili infrazioni.

Tra i manager più battaglieri c'è il Larry Page che ha
definito "draconiane" le nuove norme. "Questo
disegno di legge – ha rimarcato – imporrebbe agli Isp di eliminare
gli Url dal web, sistema che è anche conosciuto come censura,
l’ultima volta che ho controllato”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 2