IL CASO

Google, 1 mld $ ad Apple per diventare il motore di ricerca di iPhone

Svelati i dettagli dell’accordo per l’adozione del search engine come motore di deafult su iOs. Ma le due aziende smentiscono: informazioni top secret. E la trascrizione elettronica della testimonianza “scompare”

Pubblicato il 22 Gen 2016

Patrizia Licata

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Quanto costa a Google essere presente nella barra di ricerca dell’iPhone? Un miliardo di dollari. Sarebbe questa la cifra pagata da Big G nel 2014 alla sua rivale Apple per poter ospitare il pulsante di ricerca Google sulla search bar dello smartphone della Mela, come ha calcolato l’agenzia di stampa Bloomberg sulla base delle informazioni emerse nel corso di una causa legale che vede Oracle contrapporsi a Google su questioni di copyright.

Speculazioni sulla cifra sborsata da Mountain View ad Apple per essere la sua opzione di ricerca di default girano da anni, ma nessun dato ufficiale è mai trapelato e ancora oggi sia Google che Apple smentiscono la notizia.

Nelle registrazioni elettroniche degli atti del tribunale federale visionate da Bloomberg, l’avvocato di Oracle Annette Hurst afferma che un testimone di Google interrogato nella fase precedente al processo ha rivelato che a un certo punto la quota di guadagno è stata del 34%. Non è chiaro se si tratta della percentuale del guadagno generato con la pubblicità connessa alle ricerche sugli iPhone che Google trattiene (lasciando il resto ad Apple) o, al contrario, se è la quota versata ad Apple (e Google tiene il resto). Bloomberg spiega comunque che Google ha un accordo di revenue sharing con Apple che garantisce al produttore dell’iPhone una percentuale del guadagno generato da Google tramite i device della Mela e sottolinea anche che se, da un lato, Google è disposta a pagare alte somme per preservare il dominio nella search (e difendere le entrate pubblicitarie), dall’altro Apple trae enorme profitto da quel business dell’advertising di Big G che il Ceo Tim Cook spesso critica come un’invasione della privacy.

L’avvocato di Google, Robert Van Nest, è prontamente intervenuto per protestare contro la diffusione di questa informazione e ne ha chiesto la rimozione dagli atti. “Questa percentuale dovrebbe essere riservata. Stiamo comunque parlando di ipotesi. Non è una cifra nota pubblicamente”, ha detto. “Gli specifici termini finanziari dell’accordo di Google con Apple sono confidenziali per entrambe le aziende”, ha aggiunto Google, spiegando che il dato è sensibile in quanto da esso dipende la capacità di Google di negoziare accordi simili. Sia Google che Apple hanno chiesto che il dato resti “segreto”. Non è chiaro se il tribunale abbia accolto la richiesta ma la trascrizione elettronica dell’interrogatorio del testimone è intanto stata rimossa dagli atti del processo.

Quanto alla causa Oracle contro Google, è stata avviata nel 2010: Oracle accusa l’azienda del motore di ricerca numero uno al mondo di usare il suo software Java per lo sviluppo di Android senza pagarne la licenza. Oracle chiede danni che potrebbero superare il miliardo di dollari.

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