AICE-ANIE

In crisi l’industria italiana dei cavi: fatturato a -25%

L’Aice-Anie lancia l’allarme per il 2012: pesa l’aumento dei prezzi dei materiali e il rallentamento dell’export

Pubblicato il 07 Set 2012

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Si aggrava la crisi nell’industria dei cavi. L’allarme lo lancia Aice, associazione aderente a Confindustria Anie secondo cui a pesare è la crescita – pari a circa il 25% rispetto a quanto registrato a luglio – dei prezzi di alcuni materiali comunemente utilizzati nell’industria del settore, in particolare etilene e polietilene, componenti base per Pvc e plastificanti impiegati nella produzione dei cavi elettrici di tutte le tipologie.

Già nei primi otto mesi del 2012, l’industria italiana dei cavi ha fatto registrare un calo su base annua del fatturato del mercato interno del 30%, in ragione dei più recenti aumenti dei prezzi dei materiali, l’associazione prevede perdite di fatturato su base annua del 25% a fine 2012. Anche l’export ha già iniziato a registrare i primi rallentamenti.

“L’impatto stimato derivante dall’aumento dei prezzi dei suddetti materiali sul cavi va dal 1,5% ad oltre il 3% a seconda della tipologia – spiega presidente di Aice-Anie Stefano Bulletti – Tali aumenti, sommati a quelli derivati dall’incremento delle tariffe di trasporto, non possono essere assolutamente assorbiti dalle aziende produttrici che hanno già registrato nei primi otto mesi dell’anno perdite economiche significative.”

“In particolare, a causa di questo improvviso aumento del costo dei materiali – conclude Bulletti – appaiono attualmente già inadeguati i listini di vendita per la grande distribuzione dei nostri prodotti appena emessi ad inizio luglio.”

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