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Inwit, Galli: “Condivisione delle infrastrutture e meno burocrazia”

Il Direttore generale racconta l’ascesa del più grande operatore infrastrutturale wireless in Italia: “Un mix di business real estate e sharing economy, con focus costante all’espansione della rete”. Ma le sfide del domani si estendono anche alle microcoperture: “Un segmento dalle potenzialità enormi in cui le sinergie diventano cruciali, anche a livello ambientale”

Pubblicato il 14 Dic 2022

diego galli

Diego Galli da inizio ottobre è a capo del più grande operatore di infrastrutture wireless in Italia: Inwit, realtà in ascesa che solo nel terzo trimestre ha chiuso i conti con utili a +37,3% anno su anno, ricavi a +8,4% e l’annuncio di un 2023 già previsto a doppia cifra. Un’impennata che il direttore generale attribuisce a una vision fatta di tradizione e innovazione: “La nostra natura è innanzitutto quella di un operatore infrastrutturale che oggi conta 23mila torri in tutto il Paese, una ogni tre km – ha spiegato Galli alla platea di Telco per l’Italia -. E questo è l’elemento che ci avvicina di più agli utilizzatori finali, nella maggior parte dei casi grazie alla fibra. Il modello di business che si nasconde dietro questo volto è un mix di tradizione, quasi di puro real estate, e modernità, con la piena applicazione del concetto di sharing economy grazie alla condivisione delle infrastrutture che, al netto della presenza di Tim e Vodafone come core tenant, restano aperte a tutti gli operatori di mercato”.

“In questo momento in cui c’è una fortissima domanda di infrastrutture per migliorare la connettività – ha fatto presente Galli -, noi offriamo le nostre torri a tutti operatori, per soddisfare una molteplicità di bisogni. Per noi si tratta di un importante elemento di crescita, che si affianca alla continua espansione della rete: nel corso dell’ultimo anno sono stati costruiti circa 400 nuovi siti, più di uno al giorno, proprio per soddisfare il bisogno di nuovi punti di presenza. Per il prossimo anno prevediamo di continuare su queste dinamiche: lavoreremo come partner per Open Fiber, per favorire lo sviluppo del Fixed Wirless Access in aree remote, ma siamo anche nell’Rti del Pnrr e quindi è sul piatto un importante piano di sviluppo”.

Dieci mesi per ogni nuovo sito: il nodo dei permessi

“In tutto questo – ha aggiunto – la sfida è andare veloci: operatori e clienti chiedono un servizio sempre migliore, fatto di punti di connessione sempre più numerosi, e la velocità di implementazione dipende molto da permissistica. Noi ci interfacciamo con circa dieci enti diversi per ogni nuovo sito: per costruirlo ci vogliono circa due mesi, ma tutto l’iter, compresa la fase burocratica, richiede dieci mesi totali”.

“Microcoperture: un segmento dalle enormi potenzialità”

Ma il futuro mette sul piatto anche altre riflessioni: accanto alle torri sarà sempre più utile e importante uno sviluppo delle micro coperture, ma anche l’evoluzione verso una digital tower. Come porsi in questo scenario? 

“La connettività è ormai necessaria ovunque e in qualunque momento – ha spiegato Galli -: dagli stadi agli ospedali, alle università sino agli uffici della PA, e non solo. Per lavorare su questo filone noi di Inwit operiamo con la tecnologia Das, che è condivisibile e quindi multioperatore. Questo segmento, caratterizzato da un alto uso di dati,  presenta un enorme potenziale: migliaia di posizioni, sedi, uffici, aziende, porti in cui la connettività deve essere migliorata per consentire un uso personale e professionale del 5G”. “Insomma – puntualizza ancora -, il digitale è ormai al centro della vita sociale e professionale e la qualità va garantita. In questo senso, un operatore infrastrutturale condiviso consente investimenti che i singoli operatori farebbero fatica a fare da soli, senza calcolare anche i benefici dal punto di vista ambientale”.

Digital tower: sarà questo il centro di connessione del futuro

E mentre l’attenzione di Inwit si estende dalle sedi indoor statiche al mondo dei trasporti, “con la fornitura dell’infrastruttura abilitata 5G per la nuova metro di Milano”, un ultimo tema si fa spazio nella strategia aziendale: “Le small cell – ha specificato Galli -, segmento che sarà sempre più importante per garantire la copertura in contesti ad alta densità di persone, in cui le macrotorri rischiano di non essere sufficienti”.
Sulla base di tutte queste riflessioni, il concetto di Digital Tower diventa il collettore delle evoluzioni future: tenendo presente che il focus sarà sempre più incentrato sulle abilitazioni avanzate, dall’IoT all’Edge, “sarà proprio questo il centro di connessione di una molteplicità di apparati e tecnologie”, ha concluso Galli.

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