NETCOMM FORUM 2013

M-commerce, nel 2013 è boom del made in Italy

Netcomm-Polimi: crescita delle vendite del 160% per i siti italiani. Ma ContactLab rileva che solo tre utenti su 10 comprano online dopo aver effettuato ricerche sul web

Pubblicato il 28 Mag 2013

Luciana Maci

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E-commerce in forte crescita in Italia, trainato dal mobile commerce, ma ancora i nostri utenti non sono al passo con quelli di altri Paesi europei.

La previsione di crescita delle vendite dai siti di e-commerce in Italia per tutto il 2013 si attesta intorno al 17%, con un fatturato stimato intorno agli 11,2 miliardi di euro, ma a fare il grande balzo è il mobile commerce italiano, che mette a segno un +160% arrivando a quota 427 milioni di euro.

Da aprile 2012 ad oggi gli acquirenti online attivi in Italia sono aumentati di oltre il 50%, raggiungendo quota 13,6 milioni a fine aprile 2013. Ma, nonostante i dati in crescita, l’Italia è ancora in ritardo rispetto ad altri Paesi europei, dal momento che nel nostro Paese, a fronte di quasi nove utenti su dieci (89%) che si informano online su prodotti e brand, solo tre su dieci (34%) acquistano online.

Sono alcuni dei dati salienti di tre diverse ricerche sull’e-commerce presentate oggi nel corso dell’ottava edizione del “Netcomm eCommerce Forum 2013”.

Secondo la prima ricerca, quella condotta dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm–School of Management del Politecnico di Milano sull’offerta (in pratica vengono intervistati i merchant), la previsione di crescita delle vendite dai siti italiani per tutto il 2013 si attesta intorno al 17%, per un fatturato stimato intorno ai 11,2 miliardi di euro. Fra i principali comparti sono in crescita rispetto al 2012: l’abbigliamento (27%), l’informatica (24%), il grocery (18%), il turismo (13%), le assicurazioni (12%), l’editoria (4%).

In crescita del 23% l’export, composto per il 31% dall’abbigliamento e per il 55% dal turismo, per un valore totale di oltre 2 miliardi di euro.

Mette a segno un +160% il Mobile Commerce italiano a quota 427 milioni di euro.

“Secondo le nostre prime stime, la crescita del commercio elettronico italiano per il 2013 sarà intorno al 17%, un valore di poco inferiore a quello dello scorso anno, per un fatturato previsto di circa 11,2 Miliardi di euro” ha dichiarato Riccardo Mangiaracina, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio B2c Netcomm-Politecnico di Milano. “La crescita – ha proseguito – è trainata dalle vendite di prodotti, che, grazie all’andamento molto positivo soprattutto di Abbigliamento e Informatica ed elettronica di consumo peseranno nel 2013 quasi il 40% del totale vendite. Nel 2013 aumenterà ulteriormente la qualità e quantità dell’offerta online, grazie sia ai nuovi ingressi (soprattutto nei comparti dell’Abbigliamento e dell’Arredamento) che all’estensione della gamma da parte di alcuni player dell’eCommerce”.

La seconda ricerca illustrata nel forum odierno è stata realizzata da Human Highway per Netcomm ed è incentrata sul grado di soddisfazione degli utenti in Italia. Ne è emerso che da aprile 2012 ad oggi gli acquirenti online attivi sono aumentati di oltre il 50%, raggiungendo quota 13,6 milioni a fine aprile 2013, con un picco di 14 milioni di e-shopper nel periodo natalizio.

La terza indagine è stata realizzata da Netcomm-ContactLab sui comportamenti d’acquisto dei consumatori, prendendo in esame le abitudini della popolazione di 5 Paesi europei: Italia, Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna. È risultato che in Italia, a fronte di quasi nove utenti su dieci (89%) che si informano sul web su prodotti e brand, solo tre su dieci (34%) acquistano online, mentre in UK l’infocommerce più frequentemente si tramuta in occasione di acquisto: nove inglesi su dieci tra gli utenti regolarmente connessi ad Internet acquistano online; in Spagna lo fa un utente su due.

“Tutti i segnali e gli indicatori che definiscono numericamente l’e-commerce – ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm, Consorzio del Commercio Elettronico Italiano – descrivono un settore in salute e crescita. Nessun comparto economico in questa fase di crisi profonda è stato in grado di correre con tale entusiasmo, anche e soprattutto grazie ad una crescita molto importante dei consumatori”. Liscia ha tuttavia sottolineato che esistono ancora grandi margini e potenzialità, come rileva l’indagine condotta con ContactLab.

Dai dati di Ecommerce Europe, l’Associazione europea di cui Netcomm fa parte come socio fondatore, emerge che il fatturato complessivo è di oltre 305 miliardi di euro. È un dato che fa dell’Europa il primo mercato mondiale, davanti agli Usa, a quota 280 miliardi di euro, seguiti da Asia-Pacifico con 216 miliardi di euro. Un trend positivo destinato a continuare, visto che anche le previsioni per i prossimi 5 anni stimano una crescita a doppia cifra per l’area euro.

In questi mesi Netcomm ha, pertanto, moltiplicato il proprio impegno, lavorando sui temi come trasparenza, codici di condotta e progetti di formazione, partecipando alle iniziative dell’Associazione Europea, lanciando un’evoluzione del Sigillo Netcomm, promuovendo il progetto “MyBank”, organizzando missioni in Cina per favorire gli imprenditori italiani e prendendo parte alla cabina dell’Agenda Digitale Italiana. “L’eCommerce – sostiene Liscia – può davvero rappresentare il riscatto per le nostre imprese e un vero volano per competere sui mercati internazionali. Non mi stancherò mai – continua – di sollecitare le nostre istituzioni, e soprattutto il governo in carica, a continuare sulla via tracciata in tema di pagamenti elettronici, quali l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di rendere disponibili i pagamenti con carte e home banking, così da accelerare i comportamenti digitali degli italiani. La moneta elettronica rappresenta la vera frontiera che permetterà alle piccole imprese di superare gli ultimi tabù per l’ingresso in questo nuovo e promettente mercato globale dell’e-commerce. Un settore che ormai sta raggiungendo un’età e un’esperienza ragguardevole, al punto da essere la vetrina più efficace per presentare il nostro Made in Italy in tutto il mondo. Lo dimostrano le continue missioni in Cina che il nostro Consorzio sta promuovendo da mesi. Alcuni distretti manifatturieri se ne stanno rendendo conto e stiamo sviluppando una filiera di export multicanale verso la Cina per dare ai nostri brand e ai nostri artigiani la possibilità di far conoscere e vendere a quella popolazione immensa il frutto del loro talento”.

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