IL DIBATTITO

Marco Simoni: “Con il digitale 250mila nuovi occupati”

Il consigliere economico di Matteo Renzi: “Se l’Italia utilizzasse il web quanto l’Olanda o la Francia vedremmo risultati importanti”. Sacco (Bocconi): “Dal Governo strategia forte”

Pubblicato il 19 Mar 2015

Antonello Salerno

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“Oggi il biglietto da visita di un’azienda non è più la cravatta del rappresentante, ma il sito web e la capacità di stare e interagire online. Il mondo è connesso a Internet al 40%, ed è sempre più orientato verso il mobile. Lo sviluppo di tutto il settore, e le sue ricadute economiche positive, sono possibili grazie a costi di comunicazione bassi e alla facilità di chiudere transazioni a livello internazionale”. Lo ha detto Francesco Sacco, professore alla Sda Bocconi, durante la presentazione dello studio sull’impatto economico di Facebook sull’economia mondiale, che si è tenuto questa mattina nella sala del parlamentino del Ministero dello Sviluppo economico. “Per questo il Governo – ha sottolineato – ha dato vita a due piani, quello sulla banda ultralarga, di cui si sente molto parlare, e che stanzia complessivamente 7 miliardi, e quello sulla crescita digitale, di cui si parla meno ma che è ugualmente importante: mette a disposizione 5 miliardi per spingere sulla crescita dei servizi sul web: è la prima volta che succede, ed è importante perché alcuni progetti pubblici potranno essere utili come infrastrutture per il commercio privato”.

A confermare che i social network e l’online abbiano un effetto “netto” sull’economia è Marco Simoni, consigliere economico del presidente del Consiglio Matteo Renzi: “Quando ho iniziato a lavorare su questi temi – spiega – pensavo che l’effetto finale fosse ‘neutro’, che a fronte cioè di ricchezza e di posti di lavoro che si creavano nel digitale si generasse un effetto negativo nei settori più tradizionali. Invece l’effetto c’è ed è visibile. E se in Italia ci si connettesse a Internet quanto gli olandesi – aggiunge Simoni – potremmo contare su 250mila posti di lavoro in più. Se lo facessimo quanto gli spagnoli si genererebbero altri 70 mila posti di lavoro”.

Nel dibattico, coordinato da Nicola Porro, il presidente della commissione finanze della Camera Daniele Capezzone, stigmatizza l’eventuale creazione di regole “punitive” per gli Ott: “Finora ci siamo riusciti a evitare scelte dannose sulla web tax e sul copyright – afferma – ma è importante vigilare. I colossi dell’online non possono essere visti come nemici, pena il fatto che potrebbero decidere di abbandonare l’Italia”. Una valutazione che Simoni contestualizza in modo più complesso: “Sulla tassazione c’è il problema di un patto di cittadinanza che va trovato – sottolinea – Non si può ignorare che il problema esista. E risolverlo in maniera nazionalista non può funzionare. Serve un ragionamento quantomeno su scala europea”.

In questo quadro lo “shift” tecnologico verso il mobile può causare rivoluzioni: “Ci sono modelli di business su mobile che possono comportare grandi cambiamenti – afferma Fabio Lalli, fondatore e ceo di IQUII – basti pensare a Uber o Airbnb. In più le persone hanno ormai iniziato a familiarizzare con informazioni personalizzate: il prossimo passo sarà il passaggio dalle relazioni tra le persone alle relazioni tra gli oggetti, che aprirà un’immensità di nuove possibilità”.

“Con Facebook abbiamo siglato da poco un protocollo per un roadshow in tutta Italia per sensibilizzare le Pmi e i cittadini al digitale – aggiunge Alessandro Micheli, presidente Confcommercio giovani – Il digitale non è virtuale, bisogna essere consapevoli dell’opportunità dello strumento. Facebook ormai è la piazza, dove la persone si incontrano e dove si svolge il mercato, dove le imprese possono avere contatto diretto con gli utenti e i consumatori”.

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