LA RECENSIONE

Mercati e regole: i trent’anni che hanno cambiato le Tlc

“Regolazione e mercato delle comunicazioni elettroniche” di Fabrizio Dalle Nogare affronta la storia della normativa dalla liberalizzazione di fine anni ’90. Un testo giuridico, ma anche di storia economica contemporanea

Pubblicato il 07 Mar 2019

E. L.

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Se ci si limita alla mera lettura del titolo, il volume di Fabrizio Dalle Nogare “Regolazione e mercato delle comunicazioni elettroniche” (G. Giappichelli Editore) può apparire un testo di studi accademici, destinato ad un pubblico di esperti, cultori della materia, studenti di diritto delle Comunicazioni.

In realtà, già il sottotitolo “La storia, la governance delle regole e il nuovo Codice europeo” allarga l’orizzonte semantico e tradisce il senso di uno sforzo di ricerca e rigore che è certamente di analisi e approfondimento giuridico e tecnico ma che ha ben chiaro come la regolazione non viva di luce propria rinchiusa in un’ampolla di cristallo bensì sia fortemente condizionata dalle evoluzioni tecnologiche e di mercato, mai così veloci e sconvolgenti come in questi anni.

Di conseguenza – ed è uno dei pregi del libro – l’autore si propone di inquadrare la tumultuosa (e non sempre coerente, come lo stesso Dalle Nogare dimostra) attività regolatoria delle comunicazioni europea ed italiana nell’ultimo trentennio all’interno di una trasformazione del settore delle telecomunicazioni ancor più tumultuosa e rapida delle stesse norme che lo regolano. Al punto che – ma non è solo un problema del diritto delle comunicazioni – il quadro giuridico, pur cambiando in fretta, fatica a tenere dietro al ritmo e alla consistenza delle trasformazioni della realtà portati dai mercati e dalle tecnologie.

Ai tradizionali operatori di telecomunicazioni monopolisti nel loro Paese e finiti al centro dell’attenzione degli impianti regolatori europei e nazionali la cui elaborazione è stata progressivamente affidata ad Authority di settore nazionali ed europea (il Berec), si sono via via affiancati con una presenza sempre più massiccia e persino preponderante nuovi protagonisti, gli OTT, che sulle reti costruite dalle telco fanno passare servizi e applicazioni prima impensabili.

Si sono così aperti scenari di mercato e competitivi assolutamente nuovi (si pensi ai differenti obblighi di telco e OTT), ma si sono anche posti nuovi problemi regolatori di non facile soluzione come quelli relativi alla privacy, al trattamento dei dati, alla sicurezza, al posizionamento sul mercato.

Il punto di partenza storico individuato dall’autore è giustamente il fondamentale “Libro Verde sullo sviluppo del mercato comune dei servizi e degli apparati delle telecomunicazioni” che nel 1987 ha annunciato la volontà dell’Unione Europea (allora si chiamava ancora Comunità Economica Europea) di aprire la competizione in un mercato frammentato in tanti spezzoni nazionali dominati da monopoli controllati dagli Stati.

Quel “Libro verde” ha rappresentato la premessa di un disegno più ampio della mera rottura dei monopoli nazionali, mirando sin dall’inizio a rompere in prospettiva le barriere tra i Paesi europei anche nel settore delle comunicazioni. Così da arrivare progressivamente a quel mercato unico del settore che è l’obiettivo di riferimento del recente codice europeo delle comunicazioni elettroniche il cui testo finale è stato approvato a dicembre 2018.

Molta attenzione, come è naturale, è posta all’evoluzione dello scenario regolatorio italiano: dall’iniziale apertura alla concorrenza delle reti in rame dell’incumbent Telecom Italia all’inquadramento regolatorio delle reti di accesso di nuova generazione. Il tutto descritto anche attraverso l’analisi approfondita di alcuni casi chiave che hanno segnato le tappe della regolazione nel nostro Paese. Ricordiamo, tra gli altri, la vicenda del 2008 “A428 Wind-Fastweb/Condotte di Telecom Italia” sui KO tecnici; il caso Hutchison/VimpelCom; la questione Vivendi-Mediaset-Telecom Italia; le norme sul golden power; le decisioni della Consob sul controllo di fatto; il confronto fra i diversi modelli di separazione della rete e di equivalence; il modello wholesale only e le ipotesi di rete unica.

Si tratta, pertanto, di uno studio giuridico che tiene i piedi ben piantati nell’evoluzione della realtà del mercato e dell’industria. Cosa che rende il libro di Dalle Nogare (dedicato al compianto commissario Agcom Antonio Preto) fruibile anche da quanti non hanno particolari competenze e specializzazioni giuridiche, ma intendono approfondire la storia (normativa ma non solo) di trent’anni che hanno trasformato le telecomunicazioni ma anche la nostra vita.

Come osserva l’autore, “le tecnologie e le applicazioni digitali permeano ormai la maggior parte degli aspetti della vita quotidiana e continueranno per lungo tempo a condizionare l’evoluzione della struttura economico-sociale dei nostri tempi e di quelli futuri. Tuttavia, la qualità delle trasformazioni che esse imprimeranno al nostro vissuto quotidiano dipenderà non solo dall’utilizzo che ne faranno cittadini, imprese e governi, ma anche e soprattutto dal quadro delle regole entro cui tali tecnologie e applicazioni evolveranno”.

Il “governo delle regole” rappresenta, dunque, “una necessità fondamentale per mantenere il sistema in equilibrio ed è lo snodo più rilevante attorno al quale ruota l’intero mercato delle comunicazioni elettroniche e di Internet”.

Mercato certo, ma anche regole. Regole adatte a tutelare concorrenza, innovazione tecnologica e, soprattutto, diritti dei cittadini/consumatori in un mondo in cui tutto viene interconnesso dalle tecnologie della comunicazione e in cui è concreto il rischio che “nuovi monopoli digitali sfruttino rendite di posizione e assumano comportamenti anticompetitivi nei rispettivi settori, limitando le scelte dell’utente”. È uno dei messaggi importanti che si può leggere fra le righe di un libro che solo in apparenza è “accademico”.

CHI E’ FABRIZIO DALLE NOGARE

Fabrizio Dalle Nogare è professore a contratto di Diritto della Rete all’Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Laureato in Giurisprudenza, ha conseguito il Master in “Alti studi giuridici europei” presso il Collège d’Europe di Bruges. Da oltre 25 anni lavora (tra Bruxelles e Roma) nel settore delle reti e dei servizi di comunicazione elettronica, ricoprendo incarichi presso le istituzioni europee (Commissione e Parlamento) e il settore privato. È attualmente Direttore Affari Generali e Compliance della Fondazione Ugo Bordoni, dopo una lunga carriera in Tim dove ha ricoperto, tra gli altri, l’incarico di Vice President Public Affairs e Direttore dell’Organo di vigilanza sulla parità di accesso alla rete. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni in italiano e francese in materia di diritto dei consumatori e regolamentazione delle reti e dei servizi di comunicazioni elettroniche.

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