LA VERTENZA

Sirti presenta il piano sociale “anti-licenziamenti”

L’azienda punta a minimizzare il più possibile l’impatto sui lavoratori coinvolti nei tagli: percorsi di outplacement, programmi di riconversione professionale e incentivi all’esodo le misure chiave. Il 4 e 5 aprile prossimo incontro con i sindacati

Pubblicato il 01 Apr 2019

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Entra nel vivo la trattativa sugli esuberi Sirti. L’azienda, negli incontri del 21 e 29 marzo, ha presentato il piano sociale e annunciato la volontà di “superare i licenziamenti”. Il piano sociale propone la creazione di un percorso comune per la gestione condivisa degli esuberi strutturali annunciati e per la salvaguardia dei livelli occupazionali, all’interno del framework della procedura aperta.

“Le linee guida del piano – spiega l’azienda – si basano sulla volontà di minimizzare il più possibile l’impatto sui lavoratori coinvolti nel progetto attraverso l’orchestrazione di una serie di misure chiave, che includono percorsi di outplacement, programmi di riconversione professionale in altre Business Unit del Gruppo, piani di incentivi all’esodo e utilizzo di ammortizzatori conservativi compatibili con la gestione dell’attività produttiva e con la strategia di sviluppo a lungo termine di Sirti”.

I prossimi incontri con i sindacati sono previsti il 4 e 5 aprile. “Sirti ritiene fondamentale l’impegno e lo sforzo di tutte le parti per definire un protocollo d’intesa, contenente le linee guida applicative, che dia il via alla gestione operativa congiunta dell’attuale fase di transizione”, conclude l’azienda.

La vertenza Sirti è uno dei segnali più vistosi dell’affanno in cui versa il settore delle Tlc italiano. Lo scorso 14 febbraio ha annucianto un piano lacrime e sangue: 833 gli esuberi annunciati su un totale di 4200 addetti, alias quasi un quarto della forza lavoro con tagli massicci previsti in quasi tutti i reparti e su tutto il territorio nazionale. Condizioni di mercato che hanno generato pesanti perdite finanziarie nell’ultimo biennio, scarsa marginalità e ulteriore frammentazione dei soggetti imprenditoriali concorrenti, le motivazioni alla base della decisione.

È il segmento delle Tlc (l’azienda opera anche nel campo dell’energia e dei trasporti) a pesare sulla decisione: nonostante i piani per la fibra e per il 5G l’ammontare degli investimenti non è sufficiente a garantire la sostenibilità. “Dopo un’approfondita analisi della domanda, attuale e prospettica, e delle dinamiche competitive nel settore delle telco in Italia”, l’azienda ha deciso per un nuovo “assetto organizzativo” della divisione infrastrutture per le tlc che si traduce in concreto, appunto, in 833 esuberi.

“Il mercato delle telco – sottolineava Sirti – ha subito significativi cambiamenti strutturali nel corso degli ultimi anni e sta attraversando una profonda fase di trasformazione. In generale, a partire dal 2007, si è assistito a una pesante contrazione del giro d’affari che ha interessato prima di tutto gli operatori, senza prospettive di recupero nei prossimi anni, con conseguenze negative su tutto il settore in termini di erosione dei prezzi, inasprimento della concorrenza e perdita di marginalità fino a livelli non sostenibili”. L’azienda ha dunque deciso di “ridisegnare” la struttura operativa del business telco “per mantenere il proprio posizionamento competitivo e continuare in futuro a recitare il ruolo di leader del settore, attraverso servizi di qualità sempre più elevata e a maggior valore aggiunto”. Il management intende quindi accelerare “l’improrogabile diversificazione del business, spostando strategicamente il focus dell’offerta maggiormente verso soluzioni a più alto valore aggiunto, con una forte componente digitale, e dare seguito agli investimenti in strumenti di ultima generazione, in innovazione tecnologica e nella creazione di nuove competenze”.

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